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Analizzare il sistema immunitario della donna in gravidanza per predire il rischio di parto prematuro. È quanto ipotizzato da uno studio dell’università di Stanford (California, Stati Uniti). Oggi sappiamo che le cause più frequenti di parto prematuro sono la gemellarità e alcune complicazioni della gravidanza, come la gestosi, la placenta previa (troppo bassa), il distacco della placenta e la rottura prematura delle membrane.
Attenzione anche diabete e pressione alta
Anche problemi fisici della madre possono accelerare i tempi: diabete, pressione alta, fibromi, infezioni vaginali, fumo, alcol o eccesso di peso. Aumentano le probabilità pure l’età avanzata o troppo giovane della mamma, stress e lavori pesanti. Esistono quindi diversi fattori di rischio riconosciuti, tuttavia questa possibilità non può mai essere esclusa. Finora non esistono, infatti, esami in grado di calcolare il rischio di parto prematuro, che tuttavia può emergere dai normali controlli.
Osservare l’orologio immunitario
Ora questo studio ipotizza che sia possibile analizzare il sistema immunitario della donna in gravidanza per predire il rischio di parto prematuro. I ricercatori hanno mostrato che il sistema immunitario della mamma segue un preciso “orologio biologico” che potrebbe essere utilizzato per valutare il rischio di parto pretermine: hanno osservato che alcuni meccanismi biologici, come il rafforzamento di un tipo di cellule immunitarie, sono legati al prosieguo della gravidanza, come analizzato in esperimenti sugli animali. L’obiettivo finale è cercare di stabilire se questo “orologio immunitario” va troppo piano o troppo forte.
Non tutti i prematuri sono uguali
Esistono diversi livelli di prematurità: quella tardiva comprende le nascite a 35-36 settimane, quella di media gravità comprende i nati tra la 35a e la 28a settimana, la prematurità estrema riguarda i bambini che vengono al mondo prima di aver completato la 28a settimana. Maggiore è l’anticipo della nascita, più elevato è il grado di immaturità funzionale e, di conseguenza, la necessità di cure. Analizzare il sistema immunitario della donna in gravidanza per predire il rischio di parto prematuro potrebbe ridurre l’incidenza di questi eventi e garantire una maggiore sopravvivenza ai neonati.