37° settimana di gravidanza

37a settimana: sei nel nono mese di gravidanza, verso la fine del terzo trimestre, e mancano solo 3 settimane al parto.

L’addome è sempre più basso e sembra quasi più piccolo. Il bambino è praticamente pronto per venire al mondo. E tu sei divisa tra il desiderio di abbracciare tuo figlio e il bisogno di riposare. Scopri che cosa succede alla 37a settimana di gravidanza.

Ecco gli indispensabili da sapere:

  1. Com’è il tuo bambino
  2. Come ti trasformi
  3. 37a settimana di gravidanza: sintomi
  4. Calendario degli esami: prenota un elettrocardiogramma
  5. Informati sul pediatra di libera scelta

Com’è il tuo bambino

Manca poco alla nascita di tuo figlio, ma queste settimane gli sono necessarie per crescere ancora un po’ e diventare più robusto e forte in modo da poter affrontare la vita al di fuori del tuo corpo. Non a caso sta ancora accumulando grasso, indispensabile per proteggersi dalla temperatura esterna.

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L’udito è perfezionato, praticamente identico a quello che avrà una volta venuto al mondo. I peli sulla testolina, le ciglia e le sopracciglia sono più spessi e folti, mentre la lanugine che ha ricoperto il suo corpo fino ad ora si sta staccando e si disperde nel liquido amniotico. Il bimbo quindi la ingerirà, ma non preoccuparti: è una fonte di proteine totalmente innocua, che non causerà alcun problema al bambino.

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Adesso il tuo piccolo, raccolto nella posizione fetale, ha raggiunto le dimensioni di una grossa verza. La sua lunghezza è di 47-48 centimetri (dalla testa ai piedini), il suo peso di circa 2 chili e 950 grammi. 

Come ti trasformi

Continua in questo ultimo periodo il leggero abbassamento dell’addome verso l’inguine: è il segno che il tuo bambino è posizionato con la testolina nel canale vaginale, pronto per venire al mondo. La pancia appare quindi più piccola, mentre i fianchi potranno allargarsi leggermente per favorire il travaglio di parto. Il seno è grosso e turgido e potrai notare la fuoriuscita di gocce di colostro, il primo latte materno. Anche le gambe e i piedi continuano darti problemi di pesantezza e gonfiore.

Il tuo aumento di peso

Alla 37a settimana di gravidanza dovresti essere aumentata al massimo di 13.5-14 chili. In questo periodo non occorre che tu metta su peso in eccesso perché ormai il bambino aumenterà ancora di pochi grammi e il tuo fisico non ha bisogno di ulteriori energie. Se, anzi, prima di restare incinta eri già sovrappeso, i chili in più non dovrebbero superare i 10. Controlla comunque il tuo peso nel nostro calcolatore qui di seguito.

Calcolatore peso gravidanza

Come stai fisicamente ed emotivamente

Fisicamente stai meglio rispetto alle ultime settimane, quando ti sentivi soffocare dal pancione che premeva sul diaframma, ostacolando la dilatazione dei polmoni, soprattutto di notte. Adesso finalmente riesci a respirare meglio e a dormire di più. I tuoi pensieri sono tutti per il parto: a sole tre settimane dal grande giorno, la voglia di abbracciare il tuo bambino è più grande della naturale paura del travaglio.

Tu e il futuro papà

Organizzate un gender reveal party 

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Svelare agli amici il sesso del nascituro, il cosiddetto gender reveal è una tradizione tipica statunitense, ormai diffusa anche da noi, che si festeggia con un party condiviso. A volte si decide di organizzare la festa non appena si conosce il sesso (con l’amniocentesi oppure l’ecografia), altre volte si preferisce, per scaramanzia, aspettare il secondo trimestre o addirittura le ultime settimane. Il nostro consiglio è di non aspettare oltre questa settimana perché il parto può avvenire in qualsiasi momento. Se siete un po’ stanchi, invitate solo poche persone, gli amici più cari.

Identikit della 37a settimana

  • Terzo trimestre, nono mese
  • Età gestazionale: da 36+0 a 36+6
  • Il tuo aumento di peso ideale fino ad ora: circa 13,500 grammi
  • Lunghezza del tuo bimbo: 47-48 centimetri (dalla testa ai piedini), (35 centimetri dalla testa al sederino)
  • Peso del tuo bimbo: circa 2.950 grammi

37a settimana di gravidanza: sintomi

Ecco quali disturbi potresti più facilmente avvertire durante la 37a settimana. Stai tranquilla perché sono normali, ma se noti qualcosa di simile a un vero malessere parlane subito con il ginecologo.

Sensazione di sazietà precoce

Il bimbo è già posizionato con la testa nel canale del parto, quindi non spinge più verso l’alto sul diaframma (infatti respiri meglio), ma preme sullo stomaco. Di conseguenza, tu ti senti sazia rapidamente e hai un senso di nausea se mangi un po’ di più. Cerca allora di consumare solo piccoli pasti, ma più frequenti.

Minzione frequente

Per la stessa ragione che ti provoca sazietà e nausea, puoi avvertire la necessità di correre spesso in bagno a fare pipì. La testolina del piccolo rivolta verso il canale vaginale preme sulla vescica, facendotela sentire piena anche se è mezza vuota.

Stanchezza

Se ci pensi, sono quasi nove mesi che il tuo organismo è sottoposto a un superlavoro straordinario per creare un nuovo piccolo essere umano: adesso ti chiede di prenderti un po’ di tempo per recuperare energie in vista delle fatiche del parto.

Altri disturbi molto comuni

Consigli di benessere

Tieni a bada i piccoli malesseri

Mancano tre settimane al parto. Ecco qualche suggerimento per arrivare al grande giorno nel maggior benessere possibile.

  1. Mantieni l’intestino regolato. Aiuta a evitare che si infiammino le emorroidi, le vene dilatate che circondano l’apertura anale. Questa zona sarà messa a dura prova durante il travaglio per l’intensità delle spinte e per la pressione della testa del bimbo sul perineo, la zona tra ano e vagina. Quindi bevi molto, consuma frutta e verdura ricche di fibre, prugne secche ammorbidite in acqua, kiwi ben maturi.
  2. Cerca di riposare. Adesso dovresti essere già in congedo di maternità. Evita le fatiche inutili e, dopo il pasto, fai una breve passeggiata per stimolare la digestione e favorire l’attività intestinale. Una volta rientrata, concediti un sonnellino di mezz’ora. Al mattino cerca di rimanere a letto un po’ più a lungo.
  3. Fai piccoli pasti. In questo periodo ti senti sazia più facilmente perché il bambino preme sullo stomaco. Sostituisci i tre pasti classici con tanti piccoli spuntini distribuiti nell’arco della giornata.
  4. Evita i cibi crudi. Continua a preferire le carni ben cotte e gli alimenti pastorizzati, non tanto per la Toxoplasmosi (adesso il bambino è formato e il rischio è minimo), quanto per evitare eventuali intossicazioni alimentari pericolose per lui.

Miti da sfatare

Se il primo parto è stato cesareo anche i successivi saranno così

FALSO. Non è vero che se hai avuto un cesareo per il tuo primo bambino dovrai subirlo anche per le successive gravidanze. Oggi le tecniche chirurgiche permettono di eseguire incisioni sottili e precise che fanno cicatrizzare l’utero molto bene. Quindi, se lo desideri, potrai mettere al mondo un altro bambino con il parto classico vaginale, senza correre rischi particolari.

Il calendario degli esami

Prenota un elettrocardiogramma

Alla 37a settimana di gravidanza è opportuno fissare un elettrocardiogramma, un esame semplice, indolore e assolutamente innocuo per il bambino, che permette di studiare la funzionalità del cuore della gestante dopo il lungo corso della gravidanza, in vista dell’impegno fisico del parto.

La gestazione, infatti, sottopone il cuore della donna a una fatica non indifferente. La gittata cardiaca aumenta per rispondere all’accresciuto bisogno di sangue da parte dell’organismo, per soddisfare le esigenze del neonato. Il cuore stesso viene messo alla prova nelle sue strutture e anche le pulsazioni cardiache possono aumentare. Inoltre, il parto è molto faticoso per il cuore perché lo sottopone a uno sforzo notevole. L’elettrocardiogramma viene suggerito a tutte le gestanti, ma in particolare dovrebbe essere eseguito dalle donne di età superiore a 35 anni e da quelle che non hanno eseguito un elettrocardiogramma nei tre anni precedenti.

L’esame si effettua posizionando alcuni elettrodi sul torace scoperto. L’attività elettrica del cuore, con pulsazioni e pause, viene registrata e trascritta in forma di tracciato, che viene poi controllato dal cardiologo per individuare eventuali alterazioni.

Per verificare l’elenco di esami e prestazioni in esenzione cliccare qui.

Occhio al colore del liquido amniotico

In questo periodo, il collo dell’utero potrebbe essere già dilatato. Durante la visita ginecologica il medico controllerà il liquido amniotico. Se è limpido, vuol dire che va tutto bene.

Un colore scuro e un aspetto torbido possono essere segnali di sofferenza fetale e, in questo caso, potrebbe essere necessario indurre il parto per far nascere il bambino.

Non aspettare, pensaci ora!

Informati sul pediatra di libera scelta

Tutti i nuovi nati hanno diritto al pediatra di libera scelta, un professionista del Servizio sanitario nazionale che si prende cura gratuitamente del bambino dalla nascita fino all’adolescenza. Spesso la scelta del pediatra avviene dopo la nascita del bebè, ma noi ti suggeriamo di iniziare per lo meno a informarti adesso. Solitamente ci si reca presso la Asl di zona allo sportello dedicato. Potrebbe essere necessario presentare il certificato di nascita e il codice fiscale del piccolo e ovviamente voi non potete ancora avere questi documenti. In tal caso chiedete almeno l’elenco dei professionisti disponibili e fissate, se possibile, un breve colloquio conoscitivo.

Curiosità sulla gravidanza

Perché il parto cesareo si chiama così?

Il termine cesareo deriva da un verbo latino, caedere ossia “tagliare”. Nell’antica Roma era stata addirittura varata la Lex Caesarea, che consentiva di effettuare un taglio sull’addome delle donne decedute durante il travaglio (allora succedeva di frequente per l’assenza di conoscenze mediche) per salvare il bambino. Sembra che anche Giulio Cesare si chiami così perché nato con questa pratica: in realtà è un falso storico perché la madre di Cesare morì anni dopo la nascita del figlio.

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Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.
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