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La lettura di una fiaba è forse uno dei momenti più belli e di maggiore intimità nel rapporto adulto bambino. Può essere la mamma, il papà, il nonno, la zia o anche la baby sitter… Il risultato è sempre quello, un viaggio insieme nella fantasia e nella creatività. Le ultime ricerche, poi, dicono che i bambini esposti frequentemente alla lettura a voce alta hanno una migliore padronanza della lingua italiana, ma anche una maggiore capacità di comprensione del testo. Non solo. Una ricerca, fatta dall’università di Perugia su più di 1500 bambini, ha registrato anche un incremento significativo nello sviluppo delle abilità cognitive in media del 18-20% in più: questo significa che i bambini che ascoltano spesso leggere a voce alta sono più preparati ad affrontare i compiti non solo di lingua italiana, ma anche di altre materie (come storia o matematica). Ci sono poi tante altre ricerche che dimostrano l’efficacia della lettura a voce alta anche nei più piccoli. Che cosa aspettiamo allora a leggere una fiaba ai bambini? Pronti, partenza e via!
Ma… quali fiabe leggere e come? Su quali fiabe vi rimando al nostro sito BimbiSanieBelli.it dove si trovano due sezioni, fiabe https://www.bimbisaniebelli.it/bambino/fiabe e favole https://www.bimbisaniebelli.it/bambino/favole, con raggruppate le più famose storie di tutti i tempi, da quelle di Esopo, scrittore greco vissuto prima di Cristo a Roberto Piumini, autore italiano contemporaneo. Sul come leggerle bene occorre l’intervento di un esperto, come Maria Grazia Tirasso, una vera coach della lettura. Maria Grazia è laureata in lettere, autrice e regista teatrale, ma soprattutto, ed è per questo che è qui con noi, si occupa di vocalità e lettura espressiva con il progetto Mettiamoci la voce. È lei la persona giusta che ci può aiutare a migliorare la lettura delle fiabe ai nostri bambini. Partiamo subito con la prima domanda. E il primo consiglio utile.
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Come procedere per leggere una fiaba ai bambini? Occorre leggerla prima, così da sapere bene che cosa c’è scritto o è meglio lasciare spazio all’improvvisazione?
Normalmente quello che io consiglio è prepararsi la lettura perché questo ci aiuta a non essere presi in castagna, perché il pubblico dei bimbi non è che sia poi un pubblico più facile. Certamente non ci interessano quegli aspetti che riguardano la qualità formale di una lettura dedicata agli adulti. La preparazione ci serve non solo per non essere presi in castagna ma anche per sapere gestire gli imprevisti, perché il pubblico dei bimbi facilmente interrompe, è un pubblico partecipe. Se noi abbiamo ben chiara in testa la struttura della fiaba che leggiamo siamo anche in grado di riportarli in modo dolce e partecipato al punto. Insomma prepararsi sì ma senza stress.
Va bene prepararsi senza stress, ma se il bimbo interviene troppo attivamente nella fiaba, interrompendo spesso e di continuo la narrazione, è possibile mascherare la nostra inevitabile irritazione, ti chiedo se è possibile perché io sono convinta che con la voce è difficile mentire?
È proprio vero che la voce ci smaschera. Prima parlavo del riportare dolcemente sul punto e questo si può fare preparandosi qualche piccola strategia di risposta come per esempio: “Sì, hai ragione, ma non vorresti sapere come va a finire?” oppure “Aspetta aspetta che questa cosa che stai dicendo la scoprirai tra un po’ più avanti”. Questo dipende molto anche dal tipo di pubblico che abbiamo di fronte. Se la lettura è uno a uno in genere si riesce a riportare più facilmente in carreggiata ma se leggiamo a un gruppo di bambini la dinamica di quello che interrompe potrebbe essere dettata anche dalla voglia di mostrarsi. Dobbiamo poi capire il perché di queste interruzioni. Oltre a quello che si diceva prima di mettersi in competizione o emergere dal gruppo, un altro fattore potrebbe essere davvero una sana curiosità che si tiene a bada più facilmente ma potrebbe anche essere che la fiaba che stiamo leggendo non ha preso del tutto i bambini, così come potrebbe essere che il nostro modo di leggere non è il più coinvolgente. Bisogna anche avere prontezza per capire questo, monitorando l’uditorio e vedendo come reagisce e magari anticipando lievemente il possibile malumore o la distrazione. La distrazione comunque è un fattore con cui dobbiamo fare i conti leggendo ai bambini perché ci distraiamo noi adulti, figuriamoci appunto dei bimbi. Assolutamente no a mostrare il nervosismo e questo è qualcosa che ha a che fare anche con l’atteggiamento con il quale ci poniamo noi mentre leggiamo, che deve essere un po’ un atteggiamento giocoso. Occorre che anche noi adulti assumiamo una posizione da gioco e far vedere che comunque ci stiamo divertendo anche noi leggendo la storia.
Quando la fiaba ha lo scopo di far addormentare il bimbo, come si deve modulare la vóce? E fare sì che il bimbo di addormenti velocemente? Si può abbassare il tono della voce, per esempio, ma ci sono anche altri metodi?
Se l’obiettivo è quello di tenere desta l’attenzione mettiamoci energia ma se invece l’obiettivo è di far addormentare il bimbo, occorrono sicuramente un volume leggermente più basso, una velocità moderata e un tono tranquillizzante. Il tono spesso viene confuso col volume ma mentre il volume è la portata della voce, è la manopola del volume, il tono o per meglio dire i toni sono proprio quei cambiamenti melodici della nostra voce che noi attiviamo parlando, perché altrimenti parleremmo tutti come dei robot. Se questo cambiamento di toni avviene in una maniera molto dolce, molto tranquillizzante, facilmente il bimbo piccolo sì accompagna con le parole verso il sonno.
Qual è l’errore tipico che commettono involontariamente gli adulti nella lettura ad alta voce per i bambini?
Per quello che anche mi è stato riportato direi che l’errore più grave è quello di non coinvolgere i bambini. Se il coinvolgimento ha anche come ricaduta il rischio di essere poi interrotti, come dicevamo prima, c’è però un modo di porsi rispetto all’uditorio (fosse un bimbo solo un gruppetto di bimbi) al quale non si pensa ed è il fatto proprio di mettersi allo stesso livello. Questo significa anche soltanto la posizione dello spazio. Sia che io abbia un solo bimbo o una decina è meglio che io mi sieda giù per terra col bimbo piuttosto che io sulla sedia e lui per terra. Questo ha a che fare con quello che tecnicamente viene chiamato il “setting”, che è comunque la disposizione dello spazio e di noi nello spazio. è una cosa secondo me molto importante e di questo errore fa parte per esempio anche la scelta del luogo. Faccio un esempio. Festicciola di bambini, a un certo punto i bambini stremati li raggruppiamo in un posto per leggere loro una fiaba. è meglio che questo luogo che noi scegliamo sia un luogo protetto, lontano da distrazioni, come una televisione accesa col volume abbassato oppure una finestra da dove arrivano voci di altri bambini che stanno giocando. Ecco la cura del luogo trovo che sia un fattore al quale si pensa meno e al quale non si dà peso. Se invece noi, da adulti, sappiamo qual è il luogo più giusto e anche il momento più giusto per leggere ai bambini li coinvolgiamo e quindi li mettiamo in una posizione partecipe. La cosa peggiore è che il bambino viva la lettura come qualcosa che subisce, come tante volte le verdure a pranzo. Se possiamo far mangiare le verdure mettendole nell’impasto delle polpette, ugualmente se noi vogliamo abituare a leggere i bambini un domani e quindi ora abituarli ad ascoltare bisogna che questo sia favorito il più possibile e non solo con quel atteggiamento giocoso che dicevo prima ma anche con la cura del contesto nel quale avviene questa sorta di rito giocoso.
Prima di concludere, dopo tutti questi straordinari consigli di Maria Grazia, voglio chiarire un’ultima cosa e prendo a prestito il motto del progetto Mettiamoci la voce di cui Maria Grazia fa parte: “Non esistono brutte voci, solo voci usate male”. Per cui… non avete scuse, non rinunciate a leggere le fiabe perché pensate di avere una brutta voce, per i vostri bambini la vostra voce sarà senz’altro bellissima. Buona lettura e buon divertimento.