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I nostri bambini sono appena usciti da un inverno particolarmente insidioso, carico di malattie infettive che si sono susseguite senza tregua dall’autunno dell’anno scorso a tutto il mese di marzo colpendo in modo particolare i più piccoli e indifesi.
L’ondata di malanni, di cui ancora si manifestano gli strascichi, ha visto come protagonisti indiscussi una serie di virus respiratori responsabili di molte malattie: dall’influenza alle parainfluenze, dal raffreddore più o meno violento alla bronchiolite (virus sinciziale), dalla Covid alla polmonite. Per non parlare del morbillo, della scarlattina e del mal di gola da streptococco. Non a caso, come ha commentato il professor Giorgio Longo, chirurgo pediatra, “a memoria di pediatra non si ricorda un boom di infezioni respiratorie come quello di quest’inverno”.
E adesso che il peggio sembra passato ed è arrivata la primavera possiamo stare tranquilli, si domandano le mamme e i papà? Non proprio, a quanto sembra. Per sapere che cosa ci aspetta in aprile (mese della salute, visto che il 7 è appunto la giornata mondiale della salute) abbiamo chiesto dottor Leo Venturelli, pediatra di famiglia, di ipotizzare una previsione dei disturbi in arrivo con la primavera. Ecco che cosa ci ha risposto.
La previsione dei disturbi di aprile
“Si verificherà sicuramente un aumento delle congiuntiviti, infiammazioni della congiuntiva (il tessuto trasparente che protegge la superficie dell’occhio) molto frequenti in primavera, che possono avere origine sia virale sia batterica sia di natura allergica (nei bambini predisposti). Le forme allergiche quest’anno sono già in aumento rispetto ai due anni scorsi, a causa dell’abbandono della mascherina che costituiva una protezione meccanica anche nei confronti dei pollini che circolano copiosamente nell’aria soprattutto nelle giornate di vento”. Risultato: starnuti a raffica e occhi irritati, con bruciore, prurito, arrossamento, lacrimazione, sensazione di presenza di granelli di sabbia. Attenzione: i pollini presenti nell’aria sono invisibili e non vanno confusi con i semi delle piante che stuzzicano sì naso e occhi (provocando starnuti e irritazione), ma non provocano allergie.
- “Una volta le malattie tipiche della stagione primaverile erano il morbillo e la rosolia. Oggi, grazie alla diffusione dei vaccini, le possibilità di contagio sono molto meno frequenti, ma è possibile che ci siano bambini che, pur essendo vaccinati, sviluppino il morbillo o la rosolia in forma sfumata”.
- “Arriveranno inoltre le cosiddette malattie esantematiche minori, dovute a echovirus e coxsackievirus, che danno la comparsa di puntini rossi, febbre, tosse, ma passano in 4-5 giorni. Anche la malattia mani-piedi-bocca potrebbe circolare perché anche di questa è responsabile un coxsackievirus”. In tal caso l’esantema si manifesta sui palmi delle mani, sulle piante dei piedi e in bocca sotto forma di vescichette (particolarmente fastidiose quelle che compaiono nel cavo orale).
- “Continueranno le tonsilliti da streptococco, perché lo streptococco circola volentieri in primavera e purtroppo il fatto di ammalarsi non dà immunità. Resta quindi il rischio di contrarre di nuovo l’infezione”. In passato i pediatri dicevano che uno scotto da pagare all’infanzia era prendere lo streptococco almeno tre volte…
- “Potrebbe infine verificarsi un aumento delle infezioni da pneumococco, che spesso si manifestano solo con un forte raffreddore, ma possono anche avere come temibile complicanza la polmonite pneumococcica: ragione in più per sottoporre i piccoli al vaccino. Sono a rischio di polmonite i bimbi più debilitati, magari reduci da malattie febbrili contratte lo scorso inverno”.
- “La buona notizia è che, proprio a primavera, nei bambini si verifica un picco di crescita della statura: esattamente come sbocciano i fiori e le foglie, anche i piccoli “fioriscono”, sotto l’effetto dell’ormone somatotropina (chiamato Gh) e noto proprio come ormone della crescita”.
Il consiglio per rendere il bambino più resistente alle malattie
“Portarlo il più possibile all’aperto”, continua il dottor Venturelli, “sfruttando ogni volta che si può i primi raggi tiepidi del sole. I microbi si moltiplicano e circolano con molta più facilità al chiuso, specialmente nelle comunità di bambini come le scuole materne.” Il sole, invece, favorisce la sintesi della vitamina D, che come ormai noto rafforza il sistema immunitario tenendo lontane le malattie.
E se c’è tanto vento e il bimbo è allergico ai pollini? “Beh in questo caso, giusto per il tempo della permanenza all’aperto, gli si può far indossare una mascherina”.