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Dermatite atopica: inversione di tendenza nella diagnosi di questo problema della pelle che colpisce circa 1 milione di bambini in tutta Italia
Una novità nel campo della dermatite atopica è stata presentata all’International pediatric workshop svoltosi a San Pietroburgo, da Giuseppe Mele, presidente dell’Osservatorio Paidoss sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza.
Non è un’allergia
La dermatite atopica è sempre stata considerata un disturbo cutaneo di natura allergica e come tale è stata curata: pomate a base di cortisone, evitando l’esposizione agli allergeni. Si tratterebbe, in realtà, esclusivamente di un problema cutaneo, scatenato da agenti irritativi: va quindi affrontata con i prodotti giusti ed evitando le situazioni che possono scatenare il prurito e la secchezza.
Riesaminati gli studi
Gli esperti hanno passato in rassegna tutto quello che è stato scritto sulla dermatite atopica dal 2008 al 2014, arrivando alla conclusione che, al contrario di quanto si è ritenuto finora, non è l’allergia al centro del processo ezio-patogenetico, ma la pelle. Da ora in avanti bisognerà, quindi, parlare di eczema costituzionale, un tipo di pelle che costituzionalmente risponde ad agenti fisici infettivi o irritativi in modo diverso rispetto ad altri.
Quali cure per la dermatite atopica nel neonato
Fino a oggi i bimbi che soffrivano di dermatite atopica erano sottoposti a controlli di tipo allergologico e le pomate a base di cortisone erano il trattamento più frequente. Il problema è che il cortisone rende la pelle ancora più sensibile. In base ai dati analizzati, la dermatite atopica costituisce, invece, un problema ereditario e il fulcro del processo infiammatorio è la cute. La nuova definizione, eczema costituzionale, che sarà presto seguita dalle nuove linee guida, presuppone un approccio terapeutico completamente diverso: si cura la cute, non le possibili fonti di allergia.