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Il mughetto è una micosi, ossia un’infezione della bocca causata da un fungo, la candida albicans, normalmente presente nella flora batterica ma che, in particolari condizioni, prolifera diventando nociva per l’organismo. Il mughetto può colpire diverse parti del corpo: la pelle, la mucosa dei genitali o il perineo (la zona tra ano e genitali). Nei neonati il fungo può svilupparsi nell’interno della bocca o sul sederino (in questo caso si definisce dermatite da pannolino).
È molto frequente nei neonati
Il mughetto è particolarmente frequente nei primi sei mesi di vita perché la saliva e il sistema immunitario del bambino non funzionano ancora a pieno regime. Quindi, anche semplici agenti parassitari che nell’adulto sono del tutto innocui, nel bebè possono trovare le condizioni ideali per proliferare.
Può proliferare già durante il parto se la mamma ha la candidosi
La Candida può colonizzare sulla mucosa orale del bambino tramite il contatto con questo fungo durante il passaggio attraverso il canale da parto: se, infatti, la mamma è affetta da candidosi vaginale, il piccolo può essere facilmente contagiato e può cominciare a manifestare i sintomi anche dopo alcune settimane dalla nascita. Anche i bimbi nati con taglio cesareo possono prendere il mughetto perché il fungo sopravvive a lungo nell’ambiente. Oppure può essere contratto succhiando il capezzolo la cui cute è spesso colonizzata da Candida, o dalla tettarella del biberon se non adeguatamente sterilizzata.
Non sempre si individua subito
I genitori non si accorgono subito della presenza di mughetto nel bambino perché spesso le piccole macchie biancastre che si formano all’interno della bocca vengono confuse con residui di latte. Si tratta di lesioni aderenti alla mucosa orale che non devono essere grattate per non correre il rischio di irritare la zona fino a farla sanguinare.
I segnali caratteristici dell’infezione
La candidosi orale si manifesta con:
– placchette (lesioni) biancastre e irregolari su lingua, palato, interno delle guance, bordo gengivale e interno della faringe;
– nervosismo, irritabilità del neonato che fatica a mangiare per il dolore;
– dolore al seno della mamma, se il piccolo è allattato al seno: la donna avverte dolore e fitte durante le poppate con il rischio, se l’infezione non viene curata tempestivamente, di dover sospendere l’allattamento.
Si cura con gli antimicotici e passa rapidamente
Pur essendo un disturbo molto fastidioso, se adeguatamente curato, il mughetto scompare nell’arco di una decina di giorni. La cura è a base di antimicotici da assumere per bocca e per via topica, ovvero con pomate contenenti lo stesso principio attivo del medicinale orale. Entrambi i rimedi possono essere associati a creme con effetto antinfiammatorio soprattutto nel caso di concomitante o preesistente dermatite da pannolino.
Occorre seguire precise norme igieniche e di sterilizzazione
In caso di allattamento al seno, il trattamento del capezzolo e delle zone limitrofe può essere fatto con gli stessi farmaci. I principi generali d’igiene e le raccomandazioni di lavarsi spesso le mani e il seno prima della poppata sono sempre validi, ma vale la pena ricordare che anche il latte materno contiene molti principi antinfettivi, quindi anche i residui di latte che fuoriescono dal capezzolo dopo l’allattamento possono essere protettivi. Se il piccolo, invece, viene allattato con il biberon occorre sterilizzare con cura le tettarelle e il ciuccio.