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Sentire la voce della mamma migliora le condizioni di salute dei neonati prematuri e ne riduce i problemi cardiaci e respiratori. Lo sostiene una ricerca realizzata dall’università di Modena e Reggio Emilia. In Europa, ogni anno, circa mezzo milione di bambini nasce prima del termine. Il parto pretermine riguarda ogni anno il 30-35mila nascite in Italia. Circa 5.000-6.000 di queste avvengono prima della 26a settimana.
Aumentata la sopravvivenza
La prematurità rappresenta una delle principali cause di mortalità infantile e può provocare diversi problemi nel bimbo come difficoltà respiratoria, problemi cardiocircolatori, infezioni, problemi neurologici. Il miglioramento dell’assistenza neonatale e la diffusione delle Terapie intensive neonatali hanno portato a un netto aumento della percentuale di sopravvivenza.
Funziona anche se registrata
Ma ci sono anche altri aspetti su cui si sta focalizzando la ricerca, per migliorare la salute e la sopravvivenza di questi piccoli. Secondo questa indagine tutta italiana, per esempio, sentire la voce della mamma migliora le condizioni di salute dei neonati prematuri. Gli scienziati romagnoli hanno esaminato i risultati di 15 studi condotti dal 2000 al 2015 su 512 bambini. La voce materna, sia registrata che dal vivo, è risultata collegata alla stabilizzazione delle condizioni fisiologiche dei neonati e a un minor numero di eventi cardiorespiratori, con potenziali benefici sulla maturazione del sistema nervoso. Gli specialisti hanno così concluso che sentire la voce della mamma migliora le condizioni di salute dei neonati prematuri.
Sì all’allattamento al seno
Un’altra ricerca, condotta dall’Azienda ospedaliera universitaria Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, conferma i benefici dell’allattamento naturale sulla salute e lo sviluppo dei nati pretermine: il latte materno è un alimento indispensabile a lungo termine per lo sviluppo neurologico e la prevenzione e riduzione di importanti patologie dei neonati prematuri, quali la retinopatia del prematuro, la displasia broncopolmonare e l’enterocolite necrotizzante.