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Di neonati prematuri si parla sempre di più. Non solo perché sta crescendo la sensibilità sull’argomento, ma anche perché il loro numero è in continuo aumento. Eppure, al momento non si sa esattamente quanti siano i bambini che in Italia ogni anno nascono prima della data prevista di termine gravidanza. Proprio per colmare questa lacuna è stato ideato il Neonatal Network, il primo database nazionale per censire i punti nascita e controllare le nascite pretermine.
Un vero e proprio censimento
Di che cosa si tratta esattamente? È una vera e propria banca-dati che raccoglierà tutte le informazioni fornite dai centri italiani che si occupano di assistenza ai neonati prematuri. Lo scopo è avere finalmente a disposizione dati precisi su questo fenomeno: non solo numero esatto di parti pretermine, ma anche condizioni di mamma e bebè, cure effettuate, miglioramenti e difficoltà registrate.
Al momento si possono solo fare delle stime
Attualmente, infatti, sui nati prematuri è possibile solo fare delle stime. Per quanto riguarda il 2013, per esempio, l’unica certezza è che sono venuti alla luce 514 mila bambini. Sulla base della tendenza degli ultimi anni, si è ipotizzato che circa il 7% di loro sia nato prima del termine previsto. Fra questi, si pensa che l’1% circa abbia avuto un peso alla nascita inferiore al chilo e mezzo e che il 6% pesasse fra i 1.500 e 2.500 grammi. Questi dati epidemiologici sono forniti da istituti come l’Istat e dal rapporto Cedap (Certificato di assistenza al parto). Si tratta sicuramente di “informazioni utili, ma non sufficienti alle esigenze della Sin (Società italiana di neonatologia), che attualmente non ha possibilità di confrontarsi con le Istituzioni con dati propri e in tempi utili” ha spiegato la Società. Ecco perché la creazione del database è risultata prioritaria.
Un fenomeno in crescita
Del resto, quello dei nati prematuri è un fenomeno in netta crescita. Una delle ragioni principali è rappresentata dall’età materna elevata, che si associa a maggiori rischi per mamme e bambini. L’altra è il ricorso sempre più massiccio alle tecniche di fecondazione assistita, che possono sfociare in gravidanze sia pretermine sia gemellari che, per definizione, durano meno di 40 settimane.