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Nel mondo una persona su venti soffre di una perdita di udito tale che influisce sulla qualità della vita. Vale a dire che attualmente hanno difficoltà a sentire in modo chiaro oltre 430 milioni di persone, che entro i prossimi trent’anni potrebbero diventare, secondo le stime, 700 milioni. Lo screening alla nascita per l’udito è fondamentale per intercettare eventuali difetti e, laddove possibile, intervenire tempestivamente.
Questi dati arrivano dal World Report on Hearing dell’Organizzazione mondiale della sanità, da cui emerge che, sebbene venga definita “disabilità invisibile”, la perdita dell’udito irrisolta è tutt’altro che tale e, anzi, rappresenta la terza causa di anni vissuti con disabilità a livello globale.
Quali sono le cause della perdita dell’udito?
Le cause all’origine della perdita dell’udito parziale o totale sono molte e diverse. Schematizzando possono essere riassunte in due grandi gruppi: congenite e acquisite. Le sordità (ipoacusie) congenite sono quelle che si manifestano sin dalla nascita: spesso sono legate a fattori genetici, ma non sono rare cause “esterne” come infezioni contratte dalla mamma durante la gravidanza (rosolia, toxoplasmosi e citomegalovirus. Da qui l’importanza degli screening alla nascita.
Anche la sordità acquisita può insorgere per molteplici cause: in seguito a infezioni batteriche o virali (morbillo, meningite, parotite), come conseguenza dell’assunzione di alcuni farmaci, ma anche a causa dell’esposizione a rumori troppo forti generati dalle sorgenti più diverse, dalla tv, agli smartphone, ai tablet, ai videogiochi. Particolare attenzione deve essere prestata all’utilizzo delle cuffiette: secondo l’Oms sono più di un miliardo i giovani che rischiano di perdere permanentemente l’udito per un uso scorretto delle cuffiette, che “sparano” nelle orecchie musica a tutto volume.
Qual è l’arma migliore per combattere la sordità?
L’arma più efficace contro i problemi di udito è la diagnosi precoce che si effettua nei neonati nei primissimi giorni di vita attraverso appunto gli screening alla nascita. A spiegarlo è Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin): “Il miglior modo per intervenire tempestivamente e diminuire la percentuale di casi di ipoacusia con esiti invalidanti è la diagnosi precoce dei deficit uditivi congeniti e progressivi nei neonati, che generalmente viene fatta nei primi 2-3 mesi di vita”. Molto importanti sono anche gli interventi di sensibilizzazione mirati al contenimento dell’esposizione al rumore sin dalla più tenera età, oltre che “al coinvolgimento dei genitori con l’incoraggiamento a parlare/leggere/cantare ai propri piccoli per favorire un adeguato sviluppo sensoriale”.
Fonti / Bibliografia
- World report on hearingThe World report on Hearing aims to provide evidence-based guidance to drive actions for integration of quality EHC services into national health plans of Member States, as part of their work towards universal health coverage.
- Citomegalovirus - Istituto Superiore di Sanità
- Disturbi dell'udito - Istituto Superiore di Sanità
- SIN - Società italiana di Neonatologia | SIN Società Italiana di NeonatologiaLa SIN – Società Italiana di Neonatologia si propone di favorire e promuovere la ricerca, la didattica e l’assistenza nell’ambito della Neonatologia Il neonato al centro del futuro La SIN – Società Italiana di Neonatologia si propone di favorire e promuovere la ricerca, la didattica e l’assistenza nell’ambito della Neonatologia Il neonato al centro del […]