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In 50 anni la vitalità e la qualità degli spermatozoi è diminuita del 50%. Le cause sono diverse: cattivi stili di vita, abuso di alcol, droghe, fumo, alimentazione scorretta, sedentarietà, obesità. A queste si aggiungono, poi, altri fattori che favoriscono un aumento della temperatura dei testicoli, nemico numero uno della fertilità, come pantaloni troppo stretti, l’abuso di sauna e malattie come il varicocele.
L’ipotesi prospettata
Congelare gli spermatozoi a 18 anni, secondo i ricercatori, potrebbe essere una valida soluzione per combattere l’infertilità maschile. Fare, quindi, un test degli spermatozoi in giovane età e procedere, poi, con il loro congelamento è, infatti, la proposta avanzata dagli esperti a un recente congresso delle società scientifiche che si occupano di Biologia e Medicina della riproduzione. Questa procedura, già allo studio in altri Paesi, risponderebbe a due diverse esigenze: garantire ai giovani, che oggi pensano alla paternità dopo i 35 anni, di poter davvero procreare e, inoltre, risparmiare sui trattamenti futuri di fecondazione assistita, cui dovranno probabilmente accedere visto che la fertilità maschile è in continua e inarrestabile discesa.
Troppi “scarti”
Sempre più di frequente capita che su dieci giovani donatori di spermatozoi, i medici siano costretti a scartarne fino a nove per la cattiva qualità del seme. Ecco perché sembra sempre più urgente procedere con la scelta di congelare gli spermatozoi a 18 anni per combattere l’infertilità maschile.
Papà sempre più tardi
Oggi l’età media in cui si decide di avere un figlio è di 36-37 anni, quando la qualità spermatica comincia a essere alterata e, quindi, richiede più tempo per ottenere una gravidanza, sia per vie naturali sia attraverso la procreazione medicalmente assistita. Motivo per cui si verificano anche aborti più frequenti. Il costo di un’analisi degli spermatozoi, peraltro, è irrisorio: circa dieci euro per un esame base del liquido seminale che indaghi numero, motilità e morfologia. Dopo il test, se si riscontrano patologie, c’è tutto il tempo per curarle; se, invece, non emergono problemi si può procedere con la crioconservazione.