Fecondazione eterologa
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Come funziona la fecondazione eterologa?
Insieme alla fecondazione omologa, l’eterologa costituisce, dunque, il pacchetto di opzioni offerto alle coppie con accertata infertilità di almeno di uno dei componenti per intraprendere il percorso di Procreazione medicalmente assistita (Pma). Percorso che – se già di per sé è costellato di difficoltà – nel caso dell’eterologa si complica ulteriormente a causa di motivi oggettivi, come per esempio, la scarsità di donatori, e quindi di materiale biologico da impiantare. La fecondazione eterologa, infatti, a differenza dell’omologa (che utilizza materiale biologico appartenente alla coppia) si avvale di gameti (ovuli e spermatozoi o entrambi) estranei alla coppia e quindi messi a disposizione da donatori esterni. Che, non solo in Italia scarseggiano (per cui si fa ancora spesso ricorso all’acquisizione a titolo gratuito – essendo la vendita vietata per legge in tutta Europa – da banche straniere), ma che – quando pure ci sono – possono essere utilizzati solo se rispondono a specifici requisiti legati strettamente alla coppia in questione. Facciamo un esempio: oltre a rispondere a rigidi requisiti di ordine sanitario (assenza di malattie genetiche e non solo), validi in ogni caso, il donatore deve anche “combaciare” con alcune caratteristiche della coppia: se gli aspiranti genitori, per esempio, sono biondi con gli occhi azzurri, il donatore/donatrice non potrà essere una persona di colore e viceversa. Il nato da eterologa deve, dunque, avere lo stesso colore di pelle dei riceventi e per quanto possibile mantenere lo stesso fenotipo della coppia in relazione anche al colore dei capelli e al gruppo sanguigno. E così il cerchio delle possibilità si restringe ulteriormente. Eppure, nonostante le difficoltà, le coppie continuano a tentare la strada dell’eterologa che, infatti, ha permesso fino a ora la nascita di circa 10.000 bambini nel nostro Paese, secondo le ultime stime basate sui dati del Registro Pma dell’Istituto superiore di sanità.Quali sono i casi in cui è ammessa la Pma eterologa in Italia?
Secondo quanto stabilito dalle Linee guida ministeriali, il ricorso alla fecondazione eterologa è indicato dai medici solo dopo che sia stata riscontrata un’infertilità assoluta di almeno uno dei due partner non superabile o molto difficilmente superabile con le tecniche di fecondazione assistita omologa di primo, secondo o terzo livello.Quanto alla definizione di “infertilità”, si fa riferimento a quanto stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che definisce l’infertilità come “il mancato concepimento in una coppia dopo 12-24 mesi di rapporti mirati”. Le legge italiana pone comunque dei limiti all’accesso alla fecondazione eterologa. Le donne, per esempio, possono ricorrere a questo tipo di Procreazione medicalmente assistita fino ai 43 anni, età in cui si è considerate ancora potenzialmente fertili. Limiti più stringenti sono fissati, invece, per i donatori che non possono avere più di 35 anni (se donne) o di 40 anni (se uomini). Naturalmente il donatore deve essere sottoposto a una serie di esami in modo da escludere la presenza di malattie genetiche e infettive (come per esempio l’Hiv) che possono essere trasmesse alla prole. E ciascun donatore non potrà contribuire alla nascita di più di 10 bambini. Questo limite è stato fissato per evitare che nascano troppi bambini dallo stesso genitore biologico (super donatore), il che rappresenterebbe un grosso problema soprattutto in centri medio-piccoli dove sarebbe in seguito alto il rischio di rapporti tra consanguinei con conseguente rischio di malattie genetiche. Per lo stesso motivo è vietata la donazione tra parenti fino al quarto grado.
Quali sono le tecniche di fecondazione assistita?
Come per la fecondazione omologa, anche per l’eterologa la legge impone il principio della gradualità. Quindi, anche nel caso dell’eterologa, mediante l’utilizzo di ovociti o spermatozoi o di entrambi i gameti (in questo caso si parla di eterologa doppia) donati, si fa ricorso alle procedure di primo livello (il cosiddetto concepimento “in vivo”) o di secondo/terzo livello (fecondazione in vitro) in base alle cause e allo stato di gravità dell’infertilità. Le tecniche cui si fa ricorso sono: – inseminazione intrauterina con seme di donatore. Questa tecnica è consigliata in caso di presenza di malattie genetiche dell’uomo o quando vi sia un’insufficiente produzione di spermatozoi. Questa tecnica prevede l’inserimento in utero degli spermatozoi precedentemente selezionati. L’incontro tra ovulo o spermatozoo avviene quindi in maniera naturale, in genere nel corso di 24 ore, come in un normale rapporto sessuale; – fecondazione in vitro con seme di donatore. Appartiene alle tecniche di secondo livello ed è consigliata a seguito di più insuccessi di fecondazione in vitro omologa (ossia con il seme del partner). Vi si fa ricorso anche in caso di azoospermia (ossia totale assenza di spermatozoi nel partner) o in presenza di un’anomalia cromosomica. Una volta selezionato il seme del donatore, si procede con la Fivet o – più frequentemente – con l’Icsi, esattamente come nel caso dell’omologa; – fecondazione in vitro con ovociti di donatrice. Questa tecnica è consigliata in caso di infertilità femminile e, in particolare, se ci sono problemi alle ovaie oppure in presenza di una malattia genetica o di un’anomalia cromosomica. La modalità di riferimento è l’Icsi e viene eseguita esattamente cosa si fa nel caso di fecondazione assistita omologa; – fecondazione in vitro con ovociti di donatrice e seme di donatore (doppia donazione). Si ricorre a questa modalità quando sia accertata un’infertilità totale in entrambi i partner e pertanto sia gli ovociti sia gli spermatozoi degli appartenenti alla coppia risultano inutilizzabili. Anche in questo caso la procedura utilizzata è l’Icsi. DOMANDE E RISPOSTEQuando si può fare l’eterologa?
Si può fare ricorso alla fecondazione assistita di tipo eterologo in caso di accertata e assoluta infertilità di uno dei partner. In questo caso è, infatti, ammesso il ricorso a gameti (ovociti, spermatozoi o entrambi) di un donatore terzo (quindi estraneo alla coppia).Quanto costa la fecondazione eterologa in Italia?
Occorre distinguere tra centri privati, pubblici e privato-convenzionati (questi ultimi assimilabili in termini di costo ai centri pubblici). Per un trattamento in un centro privato, le cifre variano in base al tipo di prestazione. Comunque i prezzi vanno dai 1.500 euro ai 3.500 euro. Nei centri privati e privato-convenzionati, invece, si paga un ticket. È sempre bene fare riferimento alla propria Regione per conoscere l’effettiva copertura del Servizio sanitario nazionale riconosciuta per il trattamento previsto.In che cosa si differenzia la fecondazione assistita eterologa da quella omologa?
Le tecniche si procreazione medicalmente assistita si suddividono in tecniche di primo, secondo e terzo livello per entrambe le modalità. Quello che cambia è il materiale biologico (ovuli e spermatozoi) utilizzato che nel caso della fecondazione omologa è appartenente alla coppia, mentre nel caso dell’eterologa proviene da un donatore esterno. Si può trattare di ovociti, spermatozoi o di entrambi i gameti.Dove si fa la fecondazione eterologa in Italia?
Nel nostro Paese esistono centri di Procreazione medicalmente assistita autorizzati dal Ministero della Salute alla pratica della fecondazione eterologa. Si tratta di centri pubblici, privati e privato-convenzionati. L’elenco completo dei Centri è consultabile sul Registro Nazionale di Procreazione Medicalmente Assistita. A cura di Elisa Carcano – aggiornato in data 16 febbraio 2022Fonti / Bibliografia
- Dati Registro PMA - ISS
- Ministero della Salute
- Istituto Superiore di Sanità: Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita - Centri in ItaliaIstituto Superiore di Sanità - Registro Nazionale Procreazione Medicalmante Assistita (PMA)
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