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Gli antiossidanti sono alleati della salute sotto molti punti di vista. Ma non servono per favorire il concepimento. Questo perlomeno è quanto sostengono alcuni ricercatori del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Auckland in Nuova Zelanda, che hanno condotto una revisione sistematica in materia, pubblicata su The Cochrane Library. Le revisioni sistematiche sono progetti di ricerca che sintetizzano e valutano criticamente tutte le prove disponibili in letteratura riguardo all’efficacia degli interventi sanitari. In questo caso i ricercatori hanno preso in esame 28 studi condotti su oltre 3.500 donne che frequentavano cliniche per la fertilità.
I risultati
Dall’analisi dei risultati è emerso che l’assunzione di integratori a base di antiossidanti non è sufficiente per aumentare le probabilità di concepimento. Negli studi analizzati, infatti, l’uso di queste sostanze non ha provocato effetti diversi da quelli del placebo, ossia pillole prive di azione farmacologica e, quindi, inefficaci. Nemmeno quando sono stati assunti dopo l’esecuzione di trattamenti standard per la fertilità, gli antiossidanti hanno dato miglioramenti ai fini del concepimento.
Nessuna prova sugli effetti collaterali
Secondo gli autori dello studio, inoltre, le evidenze scientifiche emerse fino a ora sono insufficienti per stabilire eventuali effetti collaterali associati all’uso degli antiossidanti per favorire il concepimento. Solo in 14 studi sono stati evidenziati eventi avversi, come l’aborto spontaneo. Tuttavia, questi effetti non si possono associare direttamente al ruolo degli antiossidanti, visto che si sono verificati anche nei gruppi di donne che assumevano il placebo.