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Non è la carriera a spingere le giovani donne a congelare gli ovociti per posporre una gravidanza, ma il non avere una relazione stabile con un uomo che abbia progetti di matrimonio e figli. Uno studio effettuato in 4 grandi centri per la procreazione assistita negli Usa e 3 in Israele suggerisce come sia la mancanza di una relazione stabile la motivazione principale di questa scelta.
Le ragioni del social freezing
Lo studio è stato realizzato su 150 donne che stavano per congelare gli ovociti nelle cliniche per la fertilità: l’85% non aveva un partner, la maggior parte per motivi personali, una minoranza per una scelta professionale. Il restante 15% era accoppiata, ma si era lo stesso rivolta alla clinica per congelare ovociti. Le motivazioni sono state di quattro tipi: c’era chi stava con un uomo non ancora pronto ad avere figli, chi viveva una relazione ancora incerta o cominciata da poco, chi aveva un partner che rifiutava d’avere bambini o con uno che ne aveva già da relazioni precedenti.
Un fenomeno in crescita
Secondo gli autori dello studio, le donne decidono di congelare gli ovociti perché sperano di incontrare un uomo con cui costruire una relazione stabile, ma che abbia soprattutto lo stesso progetto di vita. Congelare gli ovociti, in questi casi, vuol dire farsi dono di una maternità futura. Il congelamento degli ovociti per scopi non medici è un fenomeno in crescita ovunque, dovuto soprattutto ai migliori esiti delle tecniche di vitrificazione.
La situazione in Italia
In Italia i numeri di congelamento ovocitario per motivi non medici sono molto bassi. Si conosce poco la possibilità, ma anche alcune italiane congelano perché non hanno partner, non per la carriera. E sperano di riuscire a costruirsi una famiglia in futuro. Ma anche il congelamento ha un’età limite: l’indicazione giusta è vitrificare sotto i 35 anni.