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Se davvero tutte le donne in età fertile assumessero ogni giorno il giusto quantitativo di acido folico, si registrerebbe un calo drastico dei bambini nati con difetti del tubo neurale e altre anomalie… In alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, l’acido folico viene addizionato addirittura all’acqua potabile per raggiungere un numero più vasto possibile di donne.
Estendere la finestra terapeutica
È questo lo slogan della campagna lanciata da Effik e Italfarmaco per rimarcare l’importanza dell’assunzione dell’acido folico durante
l’intero periodo fertile
. La campagna vuole essere un invito a tutte le donne sessualmente attive di assumere preventivamente la giusta dose di acido folico (400 mcg) in modo da ridurre il rischio di difetti del tubo neurale (problemi gravissimi che portano a invalidità permanenti) e diminuire l’incidenza di cardiopatie, labbro leporino, prematurità, autismo e ritardo del linguaggio nei loro futuri figli. Per assicurarsi la giusta quantità, non basta la normale alimentazione ma occorrono gli integratori, che sono passati dal Servizio sanitario nazionale.
600 casi ogni anno
“In Italia si verificano ogni anno poco meno di 600 casi di difetti del tubo neurale, come la spina bifida. È un dato molto elevato se si considera la “semplicità” della prevenzione: è sufficiente prescrivere alla donna nel periodo fertile 400mcg di acido folico al giorno per ridurre del 72% il rischio di difetti del tubo neurale. Anche altre malformazioni come cardiopatie e labbro leporino potrebbero essere prevenute. Inoltre alcuni studi suggeriscono anche una riduzione del rischio di prematurità, di basso peso neonatale, di autismo e di ritardo del linguaggio” sostiene Pierpaolo Mastroiacovo, pediatra, epidemiologo e direttore del Centro Collaborativo OMS ICBD (International Centre on Birth Defects and Prematurity) e del progetto www.pensiamociprima.net.
Anche per le ragazze
Maria Pia Pisoni, rappresentante dell’Asbin (Associazione spina bifida e idrocefalo Niguarda) e specialista in ostetricia e ginecologia con alta specialità nelle patologie dei difetti del tubo neurale materno-fetale presso l’ospedale Niguarda Ca’Granda spiega: “Basterebbe assumere l’acido folico a 400mcg, tra l’altro farmaco di fascia A, per un periodo più lungo rispetto ai soli mesi iniziali della gravidanza, per contrastare i difetti del tubo neurale nei nascituri: si potrebbe incentivare l’assunzione di tale vitamina nel periodo in cui la donna inizia ad essere sessualmente attiva, senza utilizzare una contraccezione sicura, e promuovere campagne informative anche nei corsi di educazione sessuale delle scuole. Se si pensa all’impatto sociale e al conseguente impegno nella gestione di un bambino nato con una malformazione neurologica come la Spina Bifida in termini di assistenza, di qualità della vita e del caregiver (strutture, tempi, costi) diventa fondamentale riscrivere la storia della prevenzione”.