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I salti, le corse e tutti i giochi che presuppongono movimento fisico fanno bene non solo all’organismo dei bambini, favorendo lo sviluppo delle capacità muscolari, articolari e respiratorie, ma anche al cervello. Un gruppo di ricercatori canadesi dell’Università di Toronto ha infatti dimostrato che svolgere esercizio fisico quando si è molto giovani migliora le capacità di memoria e rappresenterebbe dunque un importante tassello per un sano sviluppo cognitivo.
Mens sana…
Un salto e una corsa in più quando si è piccoli potrebbe dunque significare uno sviluppo cognitivo migliore e il mantenimento delle capacità negli anni: gli antichi già lo sapevano e sintetizzavano il concetto con sole cinque parole: mens sana in corpore sano (mente sana in corpo sano).
Memoria più attiva
La ricerca è stata condotta su un gruppo di 80 topolini, ma i ricercatori spiegano che – come accade per molti altri studi condotti sui piccoli roditori – i risultati sono applicabili agli esseri umani. Gli studiosi hanno diviso in due gruppi i topolini partecipanti allo studio, fornendo delle ruote per fare attività fisica (come quelle presenti nelle gabbie dei criceti) solo a uno dei due. Dopo aver condotto diversi esperimenti sui due gruppi, i ricercatori hanno rilevato come i 40 topolini che avevano avuto la possibilità di fare esercizio fisico con la ruota avevano una memoria molto più sviluppata rispetto agli altri topi che, invece, avevano condotto una vita più sedentaria.
Scudo protettivo
Il movimento fisico svolto da bambini sarebbe dunque un vero e proprio scudo protettivo in grado di fronteggiare – e in parte ritardare – l’insorgenza delle malattie neurodegenerative. I ricercatori hanno rilevato che la capacità del cervello dei topi adulti di sviluppare nuovi neuroni – e, con essa, la maggior attività dei neuroni stessi – è maggiore quando da giovani gli animali hanno svolto molta attività fisica.
Riserva cognitiva
Sebbene condotto sui topi, lo studio sembrerebbe dunque confermare quanto già si conosce per gli esseri umani, ovvero che il movimento fisico svolto in giovane età consentirebbe di potenziare e preservare la cosiddetta “riserva cognitiva”, favorendo lo sviluppo cognitivo e proteggendo dal declino delle facoltà mentali.