Argomenti trattati
Paghetta ai figli: sì o no? E quando iniziare a concederla? Secondo gli esperti, assegnare a bambini e ragazzi una piccola somma di denaro è importante per aiutarli a crescere e a comprenderne il valore: “Gestire soldi propri responsabilizza e dà un senso di autonomia” concorda la dottoressa Arianna Cornali, psicologa a Milano. “È però opportuno iniziare all’età giusta e gestirla con buon senso. Solo così la paghetta ai figli può essere anche uno strumento educativo”.
Quando iniziare a dare la paghetta ai figli
Ogni famiglia può iniziare a dare la paghetta ai figli quando lo ritiene opportuno. L’età più adatta, però, coincide con l’ingresso alla scuola media. In questa fase, infatti, i ragazzini hanno una buona dimestichezza con il calcolo, sanno eseguire a mente somme e sottrazioni, soprattutto se sono stati educati in questo senso anche con giochi e attività. Di conseguenza riescono a rapportare la quota di denaro della quale dispongono alle loro esigenze, senza rischiare di acquistare qualcosa di valore maggiore. Inoltre sono attenti nel conteggio del resto, anche per pianificare eventuali spese. A 10-11 anni i bambini sono più autonomi, escono da soli con gli amici per la pizza e il gelato, iniziano a fare piccoli acquisti. Concedere la paghetta in questa fase della crescita è una sorta di rito, un gesto simbolico che segna il passaggio dalla dipendenza dai genitori alla conquista di una maggiore indipendenza.
Come organizzarsi con la paghetta settimanale?
La paghetta ai figli è qualcosa che va oltre le spese necessarie per indumenti, libri, corsi sportivi: questi restano a carico dei genitori. La somma che si concede è un di più per togliersi piccoli sfizi, come appunto il cinema o il gelato con gli amici. Quando i ragazzini sono ancora abbastanza piccoli, il suggerimento è di dare una somma settimanale, eventualmente più contenuta, anziché una maggiore quantità di denaro una volta al mese. Trovandosi infatti con molti soldi, il bambino potrebbe spenderli in modo insensato tutti in una volta, restando poi senza. Meglio quindi suddividere una somma di denaro maggiore in tante piccole quote, per abituare il figlio a essere più oculato.
Quanti soldi dare in base all’età?
Il rapporto con il denaro per i più giovani è un aspetto essenziale che incide sulla capacità di maneggiarlo correttamente. Secondo una ricerca, il 34,2% dei bambini e ragazzi tra 6 e 17 anni riceve regolarmente la paghetta dai genitori. Ciascuna famiglia può decidere in modo autonomo quanto denaro concedere come paghetta ai figli. 10 euro alla settimana è la cifra giusta a 11 anni, per passare poi a 20 quando il ragazzo arriva alla scuola superiore e ha quindi maggiori esigenze di spese personali. Ci sono famiglie che danno cifre maggiori, altre che ne danno meno. È meglio evitare di alzare la quota stabilita per allinearsi a quella di persone che concedono di più ai figli: ci saranno sempre famiglie più abbienti e altre più in difficoltà. Di conseguenza è bene valutare la situazione degli altri ragazzini, stabilendo però in modo autonomo una cifra sensata da dare ai propri figli.
Paghetta ai figli, le regole da ricordare
Ecco qualche consiglio per gestire con equilibrio la paghetta ai figli.
La paghetta non è un premio
Non è corretto concederla se il ragazzino prende un bel voto a scuola o riordina la propria stanza: questi traguardi fanno parte dei suoi doveri, dei suoi compiti quotidiani e quindi non devono essere premiati. Viceversa, se si comporta male è bene non toglierla per punizione: la paghetta non deve essere oggetto di ricatti e contrattazioni.
Non dargli altri soldi se li ha spesi prima
I soldi sono terminati prima della settimana? Meglio non dargliene altri: il ragazzino deve imparare che il denaro non arriva da una fonte inesauribile, oppure non riuscirà a darvi valore. Rinuncerà a qualcosa e la volta successiva sarà più oculato.
Non togliere la paghetta anche se la spende male
Soprattutto nei primi tempi è possibile che il bambino commetta errori di gestione. È bene lasciargli il suo denaro e dargli la possibilità di riflettere, in modo che impari ad amministrarlo meglio.
Foto di cottonbro studio per pexels.com