Dopo tosse e raffreddore, il mal di pancia ricorrente è il sintomo che viene riferito ai pediatri più spesso e che determina frequenti accessi al Pronto soccorso. Si calcola che ne soffra circa il 10-20% dei bambini tra i 2 e i 6 anni – con un’incidenza che aumenta con gli anni per diventare massima in epoca preadolescenziale, con una prevalenza di femmine sui maschi.
I dolori addominali non sono tutti uguali. Quello che mette più in allarme i genitori non è il mal di pancia occasionale spesso riconducibile a un consumo eccessivo di caramelle o di cibi poco sani: così come compare, solitamente se ne va senza lasciare conseguenze. Ben diverso è il mal di pancia che si presenta a intervalli più o meno regolari (almeno una volta alla settimana per almeno due mesi), spesso è associato a eccessiva reattività a stress ambientali (in ambito scolastico, familiare o sportivo) e accompagnato a volte da altri sintomi dolorosi (il più comune è il mal di testa), e arriva a modificare la qualità di vita del bambino.
I segnali da osservare
Questo tipo di mal di pancia si manifesta di solito con un’intensità tale da far smettere il bambino di giocare o di fare le normali attività quotidiane. Viene avvertito in modo non ben definito intorno all’ombelico, è accompagnato da pallore e mette il bambino in uno stato di sofferenza generale. La durata è variabile, solitamente però non supera l’ora e non ha un rapporto preciso con il pasto o con la defecazione. Non va confuso con la gastroenterite (diarrea) né è dovuto a intossicazioni da alimenti o farmaci o – nel caso di un dolore acuto e improvviso – a un attacco di appendicite, un’occlusione intestinale o un’infezione delle vie urinarie.
Nel 90% dei casi la causa del mal di pancia ricorrente è funzionale, ovvero all’origine del dolore c’è una modificazione del funzionamento dell’intestino (come un’alterazione della quantità di gas intestinali o un’ipereccitabilità della muscolatura intestinale). In meno del 10% dei casi, invece, il dolore ha origine organica (stitichezza cronica, intolleranza al lattosio, malattia di Crohn, parassitosi, celiachia). Nella maggior parte dei bambini, comunque, il dolore addominale ricorrente ha una causa funzionale.
Visita ed esami
Una visita generale accurata e – nel caso in cui il medico lo ritenga necessario – specifici esami del sangue sono solitamente sufficienti a stabilire se i dolori addominali ricorrenti hanno origine funzionale, cioè non sono legati a una malattia ma sono la conseguenza di un’elevata sensibilità dell’intestino ad alcuni stimoli di stress ambientale.
Sintomo di una malattia
Tuttavia, Iin alcuni casi – circa 1 su 10 – il dolore addominale ricorrente nei bambini può avere cause organiche. Alcuni segnali d’allarme da non sottovalutare sono:
- dolore in un punto preciso della pancia di lunga durata (più di 3-4 ore) che si irradia all’inguine o al dorso o compare di notte;
- presenza di febbre;
- alterazioni dell’alvo (diarrea o stitichezza ostinata);
- vomito;
- calo di peso;
- rallentamento della crescita;
- sangue nelle feci.
Per arrivare a una diagnosi precisa il pediatra deve prima di tutto escludere le malattie di origine organica. Per questo può essere utile tenere un diario e registrare la frequenza del disturbo, il momento della giornata in cui si presenta, l’attività che il bambino stav svolgendo al momento dell’insorgenza del dolore, la modalità in cui il mal di pancia si presenta (con o senza nausea, gonfiore addominale, presenza di altri sintomi come vomito o mal di testa), le abitudini di evacuazione intestinale (quotidiana o no, caratteristiche delle feci ), il tipo di alimentazione. In questo modo si fornisce al pediatra il maggior numero possibile di informazioni utili.
L’ età in cui il dolore si manifesta è già un indizio per la diagnosi. Nei primi tre anni di vita, infatti, i dolori addominali sono solitamente funzionali, mentre in seguito è più probabile che ci si possa imbattere – una volta esclusa ogni patologia – in dolori di origine psicosomatica, alla luce dell’eccesso di prestazioni ad alto livello che vengono richieste ai bambini. Tra il primo e il terzo anno di vita grande attenzione bisognerebbe dare all’anamnesi, cioè alla storia del bambino, e non soffermarsi solo al sintomo: la modalità del parto e l’allattamento ricevuto dal bambino possono, infatti, fare la differenza, dal momento che il microbiota intestinale (ovvero l’insieme dei quasi 100mila miliardi di batteri che abitano l’intestino umano) nei bambini partoriti con taglio cesareo e allattati con il biberon è strutturalmente diverso e molto più suscettibile ad alterarsi.
I bambini che soffrono di dolori addominali ricorrenti funzionali sono in genere perfezionisti e meticolosi, bravi a scuola e nelle diverse attività che svolgono anche al di fuori dell’ambito scolastico (sport, musica) e per questo a volte esposti ad aspettative eccessive. Il timore di non riuscire a far bene provoca in loro uno stress che viene scaricato sulla pancia. E così eventi anche molto diversi tra loro. come il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla primaria, la presenza di una maestra un po’ rigida, un litigio con un compagno di classe o un insuccesso nell’attività sportiva possono sfociare nel mal di pancia ricorrente. Il dolore riferito dal bimbo non è, quindi, una simulazione. Allo stesso tempo, però, non deve essere una scusa per non svolgere le normali attività quotidiane, come andare a scuola o praticare l’attività sportiva.
Fonti / Bibliografia
- Gastroenterite, i sintomi più comuni - HumanitasLa gastroenterite è un'infiammazione dell'apparato digerente che causa diarrea, vomito, crampi addominali e talvolta febbre.
- Celiachia: che cos'è? Disturbi, cause e cura - ISSaluteLa celiachia è una malattia infiammatoria permanente dell’intestino causata, in persone predisposte, dal consumo di alimenti contenenti glutine