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I bambini possono trasmettere il Covid-19 oppure il loro ruolo di “untori” è relativo? È una delle prime domande che esperti e non si sono posti allo scoppio della pandemia e che ancora non ha trovato una risposta certa, anche se sembra che effettivamente l’età infantile rappresenti una sorta di bolla poco suscettibile all’infezione (si ammalano meno). Ora, un nuovo studio sembra confermare la minore contagiosità dei bambini rispetto agli adulti.
Le novità emerse
La nuova ricerca, in realtà, non è ancora stata sottoposta a peer review, ossia alla procedura di valutazione e di selezione prevista nell’ambito della ricerca scientifica. Tuttavia, è stata pubblicata online sul sito di prestampa medRxiv. È stata realizzata da un gruppo di studiosi dei Paesi Bassi, in particolare del Regional Public Health Laboratory Kennemerland dei Paesi Bassi, del National Institute for Public Health and the Environment e del Wilhelmina Children’s Hospital presso l’University Medical Center di Utrecht.
Analizzati i dati di oltre 25mila persone
I ricercatori hanno esaminato i risultati dei test antigenici rapidi, chiamati anche test PCR, effettuati in una zona dell’Olanda fino al primo dicembre 2020. Complessivamente hanno esaminato i dati di oltre 25mila persone: di queste più di 2.500 avevano meno di 20 anni e 238 meno di 12 anni. Nel corso delle loro valutazioni, hanno notato che le cariche virali dei campioni raccolti variavano al variare dell’età della persona.
I bambini sono meno contagiosi?
“I test PCR indicano il numero di cicli necessari a identificare il virus dopo l’amplificazione del materiale genetico, per cui più il valore che emerge è basso, maggiore sarà la carica virale” hanno spiegato gli autori. Ebbene “nei minori di 12 anni i tamponi hanno restituito un valore medio di quattro cicli più elevato rispetto a quello che emerge dai campioni degli ultraottantenni”. Questo significa che nei bambini in età scolastica la carica virale è 16 volte più bassa rispetto a quella riscontrata negli ultraottantenni. È per questa ragione che i test rapidi sono meno accurati nei giovani.
Alla luce di questo e di altri studi effettuati in passato sembra ragionevole supporre che il ruolo dei bambini nel trasmettere il Covid-19 sia effettivamente limitato.