Argomenti trattati
Per motivi biologici i bambini sono più sensibili degli adulti ai rischi dell’inquinamento atmosferico. Questo perché i processi di assorbimento e di metabolismo sono accelerati nell’infanzia e la vulnerabilità dei tessuti all’esposizione alle diverse sostanze presenti nell’ambiente è molto più accentuata che non nei grandi. Inoltre, le abitudini di vita dei bambini (come il tempo trascorso all’aria aperta, il contatto con il suolo e le mani spesso in bocca) li rendono più esposti all’inquinamento.
I bambini sono più a rischio
Dal punto di vista fisiologico, lo sviluppo dei polmoni nei bambini si completa a sei anni di età: il numero di alveoli (piccole cavità situate nei polmoni), passa da 24 milioni alla nascita a 257 milioni; inoltre l’epitelio (tessuto) polmonare si sviluppa gradualmente, con aumentata permeabilità nei primi anni di vita. Durante l’infanzia si verifica la condizione della più grande superficie alveolare per chilogrammo di peso corporeo: nella respirazione tranquilla, il bambino inala il 50 per cento di aria in più rispetto all’adulto.
Per contro, la qualità dell’aria respirata dai bambini è peggiore, in quanto più vicina al suolo e quindi più satura delle pericolose polveri fini provenienti dalla combustione dei carburanti.
Per questo i disturbi più diffusi nei bambini, legati all’inquinamento atmosferico, riguardano l’apparato respiratorio. Le sostanze nocive presenti nell’aria sono, infatti, ritenute responsabili di peggiorare e rendere cronici i sintomi e gli stati infiammatori (come tosse e bronchiti) dell’apparato respiratorio e di aumentare il rischio di asma.
In che modo intervenire
Non esistono, purtroppo, rimedi efficaci per eliminare i rischi legati allo smog. Si può, però, fare ricorso al buon senso e in ogni caso chiedere consiglio al pediatra. Ecco i nostri suggerimenti per limitari i danni:
non tenere i bambini chiusi in casa nelle giornate in cui viene attuato il blocco del traffico, aspettando che i livelli di inquinanti tornino nella norma. Specialmente se la casa non è a un piano alto, infatti, evitare di uscire può essere addirittura più dannoso, poiché al chiuso l’aria tende a ristagnare e non consente un salutare ricambio di ossigeno;
evitare che i piccoli giochino in zone particolarmente trafficate e far conciliare le loro uscite con le ore in cui il traffico è minore;
portare il bimbo in braccio o nel marsupio, piuttosto che nel passeggino che, essendo all’altezza dei tubi di scarico delle auto, lo espone a una miscela di inquinanti ancor più concentrata, in particolare durante le attese ai semafori;
tenere chiusi i finestrini e le bocchette di aerazione dell’auto nelle giornate di forte inquinamento;
non coprirgli la bocca con una mascherina o con una sciarpa: oltre a essere mal sopportati dai più piccoli, questi sistemi non offrono una valida protezione;
insegnare ai bambini, magari sotto forma di gioco, a respirare con il naso tenendo la bocca chiusa: la mucosa nasale rappresenta, infatti, un buon filtro per le particelle dannose;
portare i bambini fuori dalle grandi città per il weekend o anche per un solo giorno. Se, invece, si hanno problemi ad allontanarsi dalla città, è bene portarli a giocare, almeno nel fine settimana, in grandi parchi.