Argomenti trattati
I tic sono disturbi del movimento o dell’emissione di suoni involontari o solo in parte volontari. Si manifestano con contrazioni rapide, intermittenti, ripetitive, irresistibili, che possono interessare qualsiasi muscolo del corpo, ma più spesso quelli del viso (con smorfie o mimiche particolari, come annuire o tirare su con il naso continuamente), degli occhi, del collo, delle spalle. Il blefarospasmo (cioè la contrazione dei muscoli delle palpebre), invece, potrebbe anche voler dire stanchezza o mancanza di sonno, per cui non è necessariamente da ricondurre a un tic. I tic spesso si presentano anche con l’emissione di sbuffi d’aria, piccoli colpetti di tosse, di schiarimento vocale, di raschiamento della gola o addirittura di grugniti. Possono poi essere isolati o a raffiche, in rapida frequenza uno dopo l’altro. I tic hanno, inoltre, una durata molto variabile (da alcune settimane a qualche anno).
Si intensificano nei momenti di stress
L’origine dei tic è piuttosto controversa, in quanto i ricercatori non sono ancora riusciti a individuare una causa univoca, ma è certo che vengono peggiorati da una situazione di stress (per esempio, la nascita di un fratellino o di una sorellina oppure un trasloco) e dal tentativo di controllo da parte degli adulti; spesso infatti i genitori, con l’intento di “educare” i sintomi dei loro bambini, li riprendono finendo per complicare la situazione. E se per un po’ di tempo i tic sembrano sparire o attenuarsi, poco dopo tenderanno a ripresentarsi più numerosi, frequenti e irrefrenabili di prima.
Al contrario, i sintomi dei tic migliorano quando il bambino ha la possibilità di crescere in un ambiente sereno, nel quale non si dia molta importanza a questo problema transitorio. Per lo stesso motivo, spesso si può notare che i tic non si manifestano o lo fanno in forma molto più limitata mentre il bambino è concentrato su altre attività, per esempio quando è coinvolto da un gioco che lo appassiona.
Come è meglio intervenire
Un bambino, oltre a soffrire per i tic in sé, percepisce benissimo la disapprovazione o il disagio dei genitori al riguardo, cosa che peggiora il suo stato d’animo e aggrava i sintomi. La serenità in famiglia è quindi fondamentale. Ecco alcuni consigli per mamma e papà:
1. Cercare di creare un ambiente sereno intorno al bambino: i tic si manifestano o peggiorano proprio quando la tensione è troppo alta. Anche avere a disposizione un po’ di tempo libero, non organizzato da troppe attività, aiuta a rasserenare il bambino.
2. Non sottolineare a parole i tic ogni volta che si manifestano. Meglio far finta di niente, così da non caricare il disagio del bambino di troppa attenzione. Diversamente, se gli si fa notare il problema ogni volta, potrebbe reagire con maggior tensione e ansia, scatenando un pericoloso circolo vizioso (più ansia più tic, più tic più ansia…).
3. Chiedere ai parenti di comportarsi nello stesso modo, evitando soprattutto che fratelli e sorelle possano prendere in giro il bambino quando manifesta un tic. Per lo stesso motivo, accertarsi che gli amichetti che frequentano abitualmente il bambino non lo prendano in giro per i tic.
4. Non parlare al bambino dei tic quando non si verificano. Il bambino è già consapevole del suo problema ed è bene non entrare nel merito quando il pensiero dei tic è lontano. Diverso è il caso se è il bambino a desiderare di affrontare l’argomento: in questo caso, si deve parlarne senza mostrare vergogna o senso di disagio per il suo problema, ma mantenere un atteggiamento sereno e soprattutto rassicurare il bimbo che si tratta di una difficoltà passeggera.
5. Non rimproverare il bambino quando manifesta un tic: alcuni genitori pensano di ottenere risultati soddisfacenti con un atteggiamento duro, rimproverando aspramente il piccolo così da suscitare una reazione, ma non è così. Si creerebbe solo un clima di eccessiva ansia, che non farebbe altro che alimentare i tic.