Ha un tic: passerà?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 13/01/2013 Aggiornato il 13/01/2013

Balbettare, toccarsi o tirare i capelli, strizzare gli occhi… sono solo alcuni dei tanti tic che un bambino può manifestare. Quasi sempre sono il segnale di un disagio che il piccolo sta vivendo. Ecco come intervenire

Ha un tic: passerà?

I tic sono disturbi del movimento o dell’emissione di suoni involontari o solo in parte volontari. Si manifestano con contrazioni rapide, intermittenti, ripetitive, irresistibili, che possono interessare qualsiasi muscolo del corpo, ma più spesso quelli del viso (con smorfie o mimiche particolari, come annuire o tirare su con il naso continuamente), degli occhi, del collo, delle spalle. Il blefarospasmo (cioè la contrazione dei muscoli delle palpebre), invece, potrebbe anche voler dire stanchezza o mancanza di sonno, per cui non è necessariamente da ricondurre a un tic. I tic spesso si presentano anche con l’emissione di sbuffi d’aria, piccoli colpetti di tosse, di schiarimento vocale, di raschiamento della gola o addirittura di grugniti. Possono poi essere isolati o a raffiche, in rapida frequenza uno dopo l’altro. I tic hanno, inoltre, una durata molto variabile (da alcune settimane a qualche anno).

Si intensificano nei momenti di stress

L’origine dei tic è piuttosto controversa, in quanto i ricercatori non sono ancora riusciti a individuare una causa univoca, ma è certo che vengono peggiorati da una situazione di stress (per esempio, la nascita di un fratellino o di una sorellina oppure un trasloco) e dal tentativo di controllo da parte degli adulti; spesso infatti i genitori, con l’intento di “educare” i sintomi dei loro bambini, li riprendono finendo per complicare la situazione. E se per un po’ di tempo i tic sembrano sparire o attenuarsi, poco dopo tenderanno a ripresentarsi più numerosi, frequenti e irrefrenabili di prima.
Al contrario, i sintomi dei tic migliorano quando il bambino ha la possibilità di crescere in un ambiente sereno, nel quale non si dia molta importanza a questo problema transitorio. Per lo stesso motivo, spesso si può notare che i tic non si manifestano o lo fanno in forma molto più limitata mentre il bambino è concentrato su altre attività, per esempio quando è coinvolto da un gioco che lo appassiona.

Come è meglio intervenire

Un bambino, oltre a soffrire per i tic in sé, percepisce benissimo la disapprovazione o il disagio dei genitori al riguardo, cosa che peggiora il suo stato d’animo e aggrava i sintomi. La serenità in famiglia è quindi fondamentale. Ecco alcuni consigli per mamma e papà:
1. Cercare di creare un ambiente sereno intorno al bambino: i tic si manifestano o peggiorano proprio quando la tensione è troppo alta. Anche avere a disposizione un po’ di tempo libero, non organizzato da troppe attività, aiuta a rasserenare il bambino.
2. Non sottolineare a parole i tic ogni volta che si manifestano. Meglio far finta di niente, così da non caricare il disagio del bambino di troppa attenzione. Diversamente, se gli si fa notare il problema ogni volta, potrebbe reagire con maggior tensione e ansia, scatenando un pericoloso circolo vizioso (più ansia più tic, più tic più ansia…).
3. Chiedere ai parenti di comportarsi nello stesso modo, evitando soprattutto che fratelli e sorelle possano prendere in giro il bambino quando manifesta un tic. Per lo stesso motivo, accertarsi che gli amichetti che frequentano abitualmente il bambino non lo prendano in giro per i tic.
4. Non parlare al bambino dei tic quando non si verificano. Il bambino è già consapevole del suo problema ed è bene non entrare nel merito quando il pensiero dei tic è lontano. Diverso è il caso se è il bambino a desiderare di affrontare l’argomento: in questo caso, si deve parlarne senza mostrare vergogna o senso di disagio per il suo problema, ma mantenere un atteggiamento sereno e soprattutto rassicurare il bimbo che si tratta di una difficoltà passeggera.
5. Non rimproverare il bambino quando manifesta un tic: alcuni genitori pensano di ottenere risultati soddisfacenti con un atteggiamento duro, rimproverando aspramente il piccolo così da suscitare una reazione, ma non è così. Si creerebbe solo un clima di eccessiva ansia, che non farebbe altro che alimentare i tic.
 

In breve

Quasi sempre è un disturbo transitorio

I tic si manifestano con contrazioni rapide, intermittenti, ripetitive, irrefrenabili, che possono interessare qualsiasi muscolo del corpo, ma più spesso quelli del viso. Rivelano generalmente un disagio che sta vivendo il piccolo, e per superarli è indispensabile che i genitori creino in famiglia un clima di serenità

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Dopo la vaccinazione contro morbillo, parotite, rosolia, varicella il bambino è contagioso?

04/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dott.ssa Elena Bozzola

Chi si vaccina contro morbillo, parotite, rosolia non trasmette ad altri la malattia per cui è stato vaccinato. Una eccezione è rappresentata invece dalla vaccinazione contro la varicella.   »

Bimba di sei mesi che non vuole la pappa: che fare?

04/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

All'inizio dello svezzamento non è raro che il bambino si dimostri diffidente o, addirittura, ostile nei confronti dei cibi nuovi. Per aiutarlo ad apprezzarli occorrono pazienza e qualche piccola strategia.   »

Allergia al latte e intolleranza al latte: c’è differenza?

05/02/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

L'allergia al latte è la risposta avversa alle proteine in esso contenute ec caratterizzata dalla formazione di anticorpi IgE e, di conseguenza, dal rilascio di istamina. L'intolleranza al latte dipende dalla mancanza (o dal deficit d'azione) dell'enzima che digerisce il lattosio, lo zucchero del latte....  »

Fai la tua domanda agli specialisti