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Una ricerca britannico pubblicata sulla rivista Scientific Reports ha evidenziato la possibile efficacia delle statine nella cura del tumore alle ovaie.
L’importanza di una diagnosi precoce
Il carcinoma ovarico è un nemico difficile da combattere anche perché quasi l’80 per cento delle diagnosi avviene in fase avanzata, quando le possibilità di guarigione sono più limitate. In Italia sono circa 5mila i nuovi casi registrati ogni anno. Le aspettative di vita aumentano, però, se si riesce ad avere una diagnosi precoce. A tutt’oggi la chirurgia rappresenta una delle modalità più efficaci per intervenire sul tumore dell’ovaio e può essere accompagnata da chemioterapia e nuove terapie biologiche.
Usate contro il colesterolo
Le statine sono farmaci noti e utilizzati da milioni di persone in Italia e nel mondo per ridurre i livelli di colesterolo e prevenire danni cardio-cerebro-vascolari causati dall’aterosclerosi nelle persone a rischio o nei pazienti che hanno già avuto un infarto o un ictus. Lo studio britannico, realizzato per ora su cavie di laboratorio, apre ora una prospettiva di terapia nuova (ed economica, visto il basso costo di questi farmaci) per una patologia difficile da trattare come il carcinoma ovarico.
Importante la dieta
Gli autori avevano già dimostrato che non tutte le statine sono uguali e che solo un certo tipo di statina idrofobica (pitavastatina) può risultare efficace. Nella loro indagine, i ricercatori della Keele University di Newcastle, guidati da Alan Richardson, hanno sperimentato la pitavastatina su cavie con tumori alle ovaie e hanno notato che il farmaco causa la regressione del tumore se associato a una dieta senza geranilgeraniolo. L’efficacia della pitavastatina, infatti, viene bloccata da sostanze quali geranilgeraniolo e mevalonato, che si trovano in alcuni alimenti (olio di semi di girasole e alcuni tipi di riso). In futuri studi sull’uomo, quindi, bisognerà tenerne conto.