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Una dieta ipocalorica vegana (dieta mima-digiuno vegetale) potrebbe aiutare a combattere il tumore al seno. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori dell’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) di Milano e del Policlinico Universitario del San Martino di Genova, con la collaborazione dell’AIRC a seguito di uno studio sperimentale pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Nature.
Due studi clinici su 36 pazienti
Un campione di 36 donne in terapia ormonale per tumore al seno è stato sottoposto a cicli di dieta ipocalorica a base vegetale (cosiddetta dieta mima-digiuno) per circa 6 mesi.
Al termine del trattamento dietetico, che non avrebbe causato effetti collaterali consistenti, ma soltanto fastidi lievi e transitori come mal di testa e debolezza, si evidenziava una riduzione di alcuni fattori di crescita che contribuiscono a favorire la proliferazione cellulare e possono influenzare la crescita tumorale.
Naturalmente si tratta di dati preliminari che dovranno essere confermati con successive ricerche.
No al “fai da te”
I ricercatori pongono l’accento sul fatto che i protocolli dietetici adottati negli studi devono essere applicati esclusivamente dal medico, sconsigliando fortemente l’approccio “fai da te”, che aumenterebbe il rischio di malnutrizione, una condizione che nei pazienti oncologici può essere imprudente, compromettendo l’esito delle terapie.
La dieta “mima-digiuno” vegana
Così chiamata perché indurrebbe gli effetti metabolici del digiunare sul corpo delle donne con tumore al seno, anche metastatico in terapia ormonale, che per la prima volta hanno seguito questa dieta.
La stessa dieta è stata testata anche sui topi che avrebbero risposto bene: oltre ad aver ridotto la crescita tumorale, il trattamento dietetico avrebbe fatto regredire i tumori anche dopo l’acquisizione di resistenza alle terapie farmacologiche standard.
Dal punto di vista metabolico la dieta ipocalorica, abbinata alle terapie ormonali, avrebbe ridotto i livelli di glucosio in circolo, ma soprattutto la leptina, l’ormone che regola la sazietà, l’insulina e il fattore di crescita insulino-simile (IGF1), tutte proteine che favoriscono la proliferazione delle cellule di tumore della mammella.
In conclusione questo protocollo dietetico:
- sarebbe associato ad effetti antitumorali positivi che verrebbero mantenuti nel tempo;
- non comprometterebbe lo stato nutrizionale delle pazienti, a patto che, tra un ciclo di dieta e l’altro, viene prescritto un sano ed adeguato regime alimentare atto ad evitare la malnutrizione e la perdita di peso.
Fonti / Bibliografia
- Fasting-mimicking diet and hormone therapy induce breast cancer regression | NatureApproximately 75% of all breast cancers express the oestrogen and/or progesterone receptors. Endocrine therapy is usually effective in these hormone-receptor-positive tumours, but primary and acquired resistance limits its long-term benefit1,2. Here we show that in mouse models of hormone-receptor-positive breast cancer, periodic fasting or a fasting-mimicking diet3–5 enhances the activity of the endocrine therapeutics tamoxifen and fulvestrant by lowering circulating IGF1, insulin and leptin and by inhibiting AKT–mTOR signalling via upregulation of EGR1 and PTEN. When fulvestrant is combined with palbociclib (a cyclin-dependent kinase 4/6 inhibitor), adding periodic cycles of a fasting-mimicking diet promotes long-lasting tumour regression and reverts acquired resistance to drug treatment. Moreover, both fasting and a fasting-mimicking diet prevent tamoxifen-induced endometrial hyperplasia. In patients with hormone-receptor-positive breast cancer receiving oestrog...