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Mentre il mondo celebra il World Pasta Day, un altro studio promuove a pieni voti il nostro piatto nazionale come alimento integrante di una dieta sana ed equilibrata. Il merito è dei carboidrati che la rendono un cibo a basso indice glicemico, a differenza della maggior parte degli altri zuccheri “raffinati” che vengono, invece, rapidamente assorbiti nel sangue.
Basso indice glicemico
Pasta assolta perché ha un basso indice glicemico e, di conseguenza, favorisce il mantenimento di bassi livelli di zucchero nel sangue rispetto per esempio altri cibi che, invece, hanno un livello più elevato. Questo perlomeno è quanto si evince da uno studio effettuato al St. Michael’s Hospital, in Canada e pubblicato sulla rivista medica BMJ Open. Lo studio – la cui prima autrice è la ricercatrice di origine italiana Laura Chiavaroli – si basa su una revisione sistematica e una meta-analisi di tutte le prove disponibili provenienti da studi randomizzati controllati, identificando 30 ricerche che hanno coinvolto quasi 2.500 persone che hanno mangiato pasta invece di altri carboidrati come parte di una dieta a basso indice glicemico.
3 porzioni alla settimana
Secondo questo studio la pasta non contribuisce ad aumentare il peso o il grasso corporeo. Anzi, l’esperimento ha mostrato una leggera riduzione di peso, smentendo tutte le preoccupazioni tipiche di chi pensa che questo alimento debba essere eliminato dalla dieta perché fa ingrassare. Il campione analizzato, che ha mangiato in media 3,3 porzioni di pasta alla settimana, ha perso circa mezzo chilo in 12 settimane.
Sì a certe condizioni
Gli autori hanno concluso che i risultati sono generalizzabili alla pasta consumata insieme ad altri alimenti a basso indice glicemico. Saranno, tuttavia, necessari ulteriori studi per determinare se la perdita di peso si può applicare al consumo di pasta anche in altri tipi di diete.