Un nuovo approccio alla cura della rosacea

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 16/12/2020 Aggiornato il 16/12/2020

Per curare la rosacea è fondamentale rivolgersi il prima possibile al dermatologo, che deve tenere presente anche l’impatto psicologico della malattia

Un nuovo approccio alla cura della rosacea

Più di 415 milioni in tutto il mondo. Tante sono le persone che soffrono di rosacea, una malattia cronica della pelle che interessa uomini e donne indifferentemente con un quadro di sintomi complessi che vanno da arrossamenti più o meno diffusi fino alla comparsa di papule o pustole soprattutto nella parte centrale del viso, sul naso e a livello delle guance. Tutte manifestazioni molto visibili che possono suscitare imbarazzo, ansia e avere risvolti molto negativi sull’autostima e sulla vita sociale delle persone che ne soffrono.

Faccia a faccia con la rosacea

La nuova campagna «Faccia a faccia con la rosacea» promossa da Galderma ha proprio l’obiettivo di portare l’attenzione sul problema e sensibilizzare le persone che soffrono di questo disturbo a non arrendersi e a entrare in contatto subito con un dermatologo, l’unico professionista in grado di trovare una soluzione personalizzata al problema.

Primo sintomo: rossore al viso

La campagna è indirizzata anche a chi non ha ancora una diagnosi precisa ma soffre di alcuni sintomi iniziali che possono essere riconducibili alla presenza della rosacea come un arrossamento temporaneo del viso. Anche se transitorio, infatti, un rossore del viso è sempre un segno che non andrebbe trascurato perché può nascondere un problema più serio che, se non curato tempestivamente, può aggravarsi diventando persistente. Quello che conta è che le persone che soffrono per la rosacea parlino apertamente dell’impatto che questa malattia cronica ha sulla loro vita, dal punto di vista fisico ma soprattutto emotivo e relazionale in modo che lo specialista possa indicare il percorso di cura più adeguato, tenendo sempre conto che si tratta di cure particolarmente lunghe.

Pizzicore e bruciore

Secondo i dati di una indagine internazionale, promossa da Galderma e condotta su oltre 700 pazienti con rosacea e 500 medici, spesso nel corso della visita i dermatologi tendono a dare maggiormente peso ai sintomi visibili della malattia piuttosto che a quelli non visibili ma altrettanto fastidiosi come pizzicore e bruciore del viso spesso correlati in genere a un forte stress emotivo. Questo determina una insoddisfazione in chi soffre di rosacea tanto che l’82% dei soggetti intervistati ha dichiarato di non ritenere la propria malattia sotto controllo. «È molto importante quindi che la persona esponga chiaramente al dermatologo la sintomatologia e l’impatto psicologico che questa determina, anche se molto spesso non è proporzionale alla gravità dei segni cutanei» spiega il dottor Giuseppe Micali, direttore della sezione di dermatologia e venereologia del dipartimento di specialità medico-chirurgiche dell’Università di Catania.

 

 

Da sapere

PERSONALIZZARE LE CURE

«Le nuove indicazioni terapeutiche raccomandano di dare sempre più importanza alle problematiche del singolo e agli aspetti della malattia che vengono percepiti come più difficili e invalidanti per personalizzare al massimo il trattamento e raggiungere i risultati desiderati che portano a una riduzione non solo dei sintomi ma anche dell’ansia» conclude il dottor Micali.

 

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