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Il nome originale è “neat-fitness” ma è più conosciuto con il nome di contro-fitness, l’ultima proposta americana per mantenersi in forma. Per praticarlo non serve la palestra e neppure la piscina. Secondo James Levine, esperto di obesità alla Mayor Clinic di Rochester, il contro-fitness permette di aumentare la termogenesi cioè di bruciare più calorie, passo fondamentale per mantenersi in forma, semplicemente facendo tante piccole attività quotidiane.
Il principio alla base
Per capire il concetto basta pensare che chi lavora seduto consuma circa 300 calorie al giorno, un commesso che sta in piedi 1.400 mentre un coltivatore in campagna arriva a 2.300. In altre parole: bastano dei piccoli movimenti durante la giornata per consumare circa 500 calorie in più, a tutto vantaggio della linea.
Le attività che aiutano la linea
Le più scontate sono dimenticare l’ascensore e fare le scale a piedi, scendere una fermata prima dall’autobus o meglio ancora andare a piedi piuttosto che in macchina o con i mezzi pubblici. Anche in ufficio si può fare contro-fitness per mantenersi in forma. Perché per esempio non provare a camminare mentre si parla al telefono oppure spostarsi nella stanza del collega per parlargli direttamente invece di mandargli una e-mail? Esistono persino aziende che progettano i loro spazi proprio per favorire gli spostamenti e quindi il movimento dei loro impiegati.
Dimenticare la sedia
Altra soluzione, un po’ più estrema ma decisamente efficace: scansare la sedia e provare a lavorare in piedi. In tre ore si bruciano circa 144 calorie che in un anno si traducono in 3,6 chili in meno. E’ questo il consiglio per non ingrassare del dottor John Buckley, del dipartimento di Scienza clinica e nutrizione dell’Università di Chester. E se vi sentite a disagio senza la cara, vecchia sedia forse potrà consolarvi sapere che la “bizzarra” tecnica dello scrivere in piedi è stata già utilizzata in passato da grandi scrittori come Ernest Hemingway e Vladimir Nabokov. Il romanziere americano, per esempio, scriveva in una lettera nel 1950: “La scrittura e i viaggi se non aprono la mente di sicuro ampliano il fondoschiena e a me piace scrivere in piedi”.