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Uno studio recente pubblicato sulla rivista scientifica Neuron e condotto da un team di ricercatori guidato dalla professoressa Daniela Pietrobon dell’Università di Padova e dal professor K.C. Brennan dell’Università dello Utah ha messo in evidenza il ruolo del glutammato nel provocare l’emicrania con aura.
Danni se in eccesso
Si tratta di un neurotramettitore che viene rilasciato tra i neuroni per comunicare, ma che se presente in forma eccessiva può eccitare troppo le cellule e danneggiarle e per questo il cervello è capace di limitarne gli effetti quando è troppo. Questo studio ipotizza che un eccesso di glutammato possa favorire l’insorgenza dell’emicrania con aura – e essere coinvolto in un’ampia fascia di malattie neurologiche, tra cui ictus e lesioni cerebrali traumatiche.
Una malattia del cervello
È ormai chiaro che l’emicrania sia una malattia del cervello, ma le disfunzioni cerebrali che la causano rimangono in gran parte misteriose. Lo studio, condotto su topi da laboratorio selezionati geneticamente per essere “simili” a chi soffre di emicrania, ha evidenziato che un aumento anomalo di glutammato nello spazio extracellulare – l’area tra le cellule cerebrali – può innescare onde di depolarizzazione simili a “tsunami” che si diffondono nel cervello causando emicrania e altri disturbi del sistema nervoso.
L’origine dell’aura emicranica
“Questi topi – spiega la dottoressa Pietrobon – mostrano una aumentata suscettibilità alla “cortical spreading depolarization (Csd)”, un’onda di depolarizzazione che insorge spontaneamente nel cervello degli emicranici e dà origine alla cosiddetta aura emicranica. Abbiamo dimostrato che nel cervello di questi topi c’è una rallentata e poco efficace rimozione del glutammato durante l’attività cerebrale, e che questo difetto è responsabile dell’aumentata suscettibilità alla Csd”.
Lo studio ha poi dimostrato che l’insorgenza della Csd è preceduta da una raffica di sbuffi (aumenti localizzati) di glutammato. Inibendoli viene inibita anche l’insorgenza della Csd. Gli ‘sbuffi’ potrebbero perciò svolgere un ruolo chiave.
La scoperta in laboratorio
Il professor Brennan ha implementato una nuova tecnica che permette di misurare otticamente il glutammato che viene rilasciato durante l’attività cerebrale di un topo sveglio e ha collaborato con Pietrobon per studiare le variazioni di glutammato durante l’attività cerebrale nei topi modello di emicrania, in cui la rimozione del glutammato alle sinapsi eccitatorie è rallentata. Ha così scoperto che nella corteccia cerebrale dei topi mutati ci sono di tanto in tanto questi “sbuffi” di glutammato, cioè aumenti localizzati di glutammato, che non sono presenti nei topi selvatici non mutati.
I risvolti sull’uomo
“Non abbiamo alcuna evidenza diretta che questi sbuffi di glutammato siano presenti nella corteccia cerebrale umana – osserva ancora la dottoressa Pietrobon -. Però ci sono dati nei pazienti emicranici che mostrano un alto livello di glutammato nel liquido cerebrospinale rispetto ai controlli sani. Bloccando il rilascio di glutammato e inibendo localmente i canali del calcio dei terminali sinaptici neuronali, abbiamo bloccato gli sbuffi e anche l’insorgenza della Csd nei topi modello di emicrania, ma non è pensabile un trattamento sistemico con tali bloccanti nell’uomo, in quanto si andrebbe a bloccare la trasmissione sinaptica fisiologica del cervello. Sembra migliore la strategia di andare a inibire specifici recettori del glutammato o andare ad aumentare la velocità e l’efficacia di rimozione del glutammato rilasciato”.
Fonti / Bibliografia
- ScienceDirect
- Segnali e recettori di guida delle funzioni cerebrali | KARTRAF Project | Results in brief | FP7 | CORDIS | European CommissionLa comunicazione tra le cellule del cervello coinvolge i recettori del glutammato. Gli scienziati europei hanno sezionato il meccanismo...