Argomenti trattati
La ricerca sul tumore alla prostata sta facendo passi da gigante. Una delle più recenti scoperte riguarda il ruolo protettivo dell’acido acetilsalicilico (la comune aspirina) nei confronti dell’incidenza del tumore alla prostata. Infatti, l’uso prolungato di questo farmaco diffusissimo potrebbe ridurre anche del 60% la probabilità di essere colpiti da tumore alla prostata. Ecco perché
Dati promettenti
L’uso di aspirina è, quindi, protettivo nei confronti del tumore alla prostata ma non solo. Sappiamo, infatti, da recenti studi che l’acido acetilsalicilico assunto con regolarità per anni, può ridurre anche la probabilità di essere colpiti da carcinoma del colon-retto. In quest’ultimo caso, la percentuale di riduzione è del 30%, mentre per quanto riguarda le patologie neoplastiche a carico della prostata, la diminuzione del rischio va dal 40% al 60% se si assume aspirina per almeno 5 anni. Queste recenti scoperte, registrate in uno studio della Società italiana di medicina generale (Simg) condotto su 13.453 pazienti affetti da malattie cardiovascolari, sono confortanti perché si riferiscono a un farmaco davvero molto diffuso, forse il più diffuso al mondo, e all’incidenza di forme tumorali piuttosto frequenti.
Antinfiammatorio e antiaggregante
Il principio attivo del farmaco, l’acido acetilsalicilico, svolge una forte azione antinfiammatoria e antiaggregante insieme. L’aspirina, dunque, impedisce la proliferazione incontrollata di cellule.