Escherichia coli: sintomi, come si prende e le conseguenze più estreme

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo, con la consulenza di Elena Bozzola - Dottoressa specialista in Pediatria Pubblicato il 11 marzo 2025 Aggiornato il 12 maggio 2025

I cibi più insospettabili possono essere contaminati da batteri che un organismo ancora in crescita non è non grado di affrontare, con conseguenze serie. La dottoressa Elena Bozzola, pediatra, spiega come difendersi.

virus escherichia coli

L’Escherichia coli è un batterio diffuso che fa parte del microbiota umano e non sempre risulta pericoloso per l’uomo. Fa parte dei batteri Gram-negativi che si trovano anche nei cibi, nell’ambiente e nell’intestino degli animali.

L’infezione di Escherichia coli può presentarsi in diversi modi e, nelle forme più estreme, può causare paralisi o morte, come riportano alcuni casi di cronaca degli ultimi anni. Un esempio su tutti è quello del piccolo Mattia che si è ritrovato a vivere in stato vegetativo e ad essere cieco e paralizzato. L’episodio risale al 2017, quando il piccolo, all’epoca di 4 anni, ha sviluppato la sindrome emolitico uremica (Seu) a causa del batterio presente nel formaggio a latte crudo mangiato in un Caseificio di Coredo, in Trentino Alto Adige.

Si tratta di una conseguenza rara, ma pericolosa soprattutto per i bambini più piccoli, dell’infezione da Escherichia coli. A marzo la Cassazione ha sancito una multa per la società produttrice del formaggio e la sentenza è importante perché, per la prima volta, stabilisce una correlazione tra il consumo di un prodotto alimentare e la sindrome emolitico uremica.

I sintomi della sindrome uremico emolitica

La sindrome uremico emolitica o Seu, è una malattia correlata, nella maggior parte dei casi, a un’infezione intestinale da Escherichia coli, che esordisce con diarrea, spesso accompagnata da muco e sangue. Il batterio infatti è tra i principali responsabili di diarrea. Possono anche comparire vomito e dolore addominale intenso. In seguito, si manifestano i sintomi tipici della Seu, ovvero anuria (ossia, il bambino non fa pipì).

Può succedere che l’Escherichia Coli porti alla distruzione di globuli rossi e al consumo di piastrine. Si ha la formazione di piccolissimi trombi, cioè conglomerati di globuli rossi e piastrine, che danneggiano alcuni organi, tra cui principalmente i reni” spiega la dottoressa Elena Bozzola, pediatra della Società Italiana di Pediatria e Presidente della Onlus Il Bambino ed il suo Pediatra. “Ecco perché il bambino non urina o urina molto poco, è confuso o sonnolento e spesso avverte dolori addominali. L’infezione può poi colpire anche altri organi, tra cui il cervello”. Possono quindi comparire segnali neurologici come:

  • sonnolenza
  • confusione mentale
  • torpore
  • difficoltà di coordinazione
  • ottundimento dei sensi
  • convulsioni.

Nei casi più seri si può arrivare al coma.

Che cos’è la sindrome uremico emolitica

La sindrome uremico emolitica è una seria condizione caratterizzata da insufficienza renale, basso livello di piastrine e anemia severa. Colpisce soprattutto i bambini di età inferiore ai 5 anni, solitamente in seguito a una diarrea con sangue o con muco e sangue.

I genitori portano il piccolo al Pronto soccorso perché presenta un principio di disidratazione, con pannolino asciutto, pallore e fontanella evidente. Inoltre notano che ha manifestazioni neurologiche: per esempio cammina male, non riesce a stare in piedi o a maneggiare normalmente alcuni oggetti.

La sindrome uremico emolitica è la più seria complicanza di un’infezione intestinale batterica, dovuta al batterio Escherichia coli che produce tossine e che si trasmette soprattutto per via alimentare dopo aver ingerito cibi contenenti il batterio, come carni crude o non ben cotte o prodotti a base di latte non pastorizzato.

Come si prende l’Escherichia Coli

L’Escherichia coli è un batterio della famiglia Escherichia che fa parte del microbiota intestinale dell’uomo e di molti animali. Molti dei suoi ceppi sono innocui, altri sono un po’ più aggressivi e possono causare infezioni, per esempio alle vie urinarie o forme di gastroenterite nel bambino. “La trasmissione del batterio avviene attraverso acqua o cibo contaminato non cotto” aggiunge la dottoressa Bozzola. “Le temperature elevate e, quindi, la cottura degli alimenti, lo eliminano”. È possibile la trasmissione con il contatto oro-fecale da persona a persona: in questo senso è fondamentale adottare la precauzione igienica del lavaggio frequente delle mani. Le stesse indicazioni valide nei bambini vanno anche seguite dalle donne in gravidanza. Un’infezione da Escherichia coli, soprattutto nel secondo e nel terzo trimestre, può provocare nella donna problemi ai reni e causare parto pretermine e basso peso alla nascita nel bambino. Ecco perché durante i nove mesi è importante consumare sempre alimenti ben cotti.

Casi estremi di sindrome uremico emolitica

Nei bambini al di sotto dei 5 anni possono manifestarsi le conseguenze più serie della Seu, come è successo nel caso del bambino che ha contratto l’infezione da Escherichia coli con latte crudo. Una delle complicanze più pericolose è la compromissione della funzionalità dei reni che può causare coma e poi decesso. A volte, i reni risultano danneggiati in modo irreversibile e questo rende necessaria la dialisi per tutta la vita, oppure il trapianto del rene. Per questa ragione, un bambino ricoverato per questa sindrome deve essere seguito in centri specializzati in nefrologia pediatrica, in cui il piccolo è sottoposto a trasfusioni e dialisi per supportare la funzione renale.

Come evitare i pericoli che derivano da alcuni cibi

Si tratta quindi di una sindrome molto seria, anche se rara ed è importante prendere tutte le precauzioni necessarie per proteggere il bambino. È quindi bene:

  • evitare tutte le fonti di contaminazione possibile, come carni crude, latte e uova non pastorizzate e alimenti prodotti con queste materie prime che possono contenere il batterio;
  • lavare accuratamente le mani prima e dopo la preparazione dei cibi, per ridurre il rischio di contaminazione da batteri come l’Escherichia coli, ma anche da altri responsabili di intossicazioni alimentari (come la Shigella o il Campylobacter);
  • accertarsi delle materie prime presenti nei cibi che proponiamo ai bambini piccoli. È infatti difficile immaginare che formaggi di alta qualità, che rappresentano prodotti tipici delle nostre Regioni, possano comportare un pericolo. Può esserci però Escherichia coli nel latte crudo e questo significa che potrebbero essere presenti batteri resistenti alla stagionatura, nonostante le norme igieniche applicate dai produttori. Se, al contrario, il latte viene pastorizzato, ossia portato a 60 gradi, questo metodo uccide i microrganismi nocivi.

Attenzione a questi formaggi

I formaggi prodotti con latte crudo, quindi non pastorizzato a 60 gradi, sono numerosi e sono prodotti in Italia ma anche in molti Paesi esteri. A volte vengono proposti ai bambini perché sono ricchi di qualità nutritive e ai piccoli piacciono. Ecco alcuni tipi di formaggi a latte crudo:

  • Formaggi tipici di montagna, come Fontina, Morlacco e Puzzone di Moena
  • Tome e formaggelle di malga
  • Taleggio
  • Alcuni pecorini
  • Alcuni tipi di robiola e di mozzarella di bufala
  • Brie
  • Camembert 
  • Roquefort

Il Parmigiano e il Grana Padano sono prodotti con latte crudo, ma la lunga stagionatura riduce i rischi di contaminazione. In mancanza di una normativa chiara che obblighi a dichiarare in etichetta la presenza di latte crudo, è bene informarsi ed evitare di proporre questi cibi ai più piccoli. In caso di dubbio è importante confrontarsi con il pediatra.

 

In breve

Ai bambini è bene non proporre carni e pesci crudi, uova non pastorizzate, prodotti a base di latte crudo. Questi alimenti possono infatti contenere batteri, come l’Escherichia coli, responsabili di conseguenze molto serie, come la sindrome emolitico uremico che può portare al coma.

 

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