Vitamina D3 e ricerca della gravidanza
Nei mesi invernali è frequente il riscontro di carenza di vitamina D e la si integra impiegando la sua forma inattiva ossia il colecalciferolo, comunemente noto come vitamina D3. Meglio però non eccedere per quanto riguarda i dosaggi.
Elisa Valmori
Questa vitamina (vitamina D3 per la precisione) deve essere attivata a livello del rene (che la trasforma in di-idrossi-colecalciferolo o calcitriolo), mettendo quindi l’organismo al riparo da un eccesso di vitamina D (condizione davvero rara in letteratura medica).
Teniamo comunque presente che il calcitriolo viene prodotto anche a livello della placenta e che l’abilità del feto di produrre il calcitriolo sembra giocare un ruolo nel trasferimento di calcio a livello placentare.
Se volesse approfondire il tema, ho trovato interessante questo sito dell’Istituto Superiore di Sanità:
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/v/vitamina-d?width=wide#sicurezza-effetti-indesiderati-e-interazioni-con-i-farmaci
Rispetto alle sue molte domande ritengo che un dosaggio di 25.000 unità ogni 15 giorni possa essere eccessivo, avrei proposto 25.000 unità 1 volta al mese almeno fino alla stagione estiva (con la luce solare abbiamo meno carenza di questa vitamina di solito) oppure un’integrazione compresa tra 600 e 1000 unità al giorno. Se invece assume Chirofert plus, dato che contiene 50 microgrammi di vitamina D3, arriva a 2000 unità al giorno di integrazione, quindi 60.000 unità al mese se la prende quotidianamente. Temo che assumere Chirofert e Chirofert plus a giorni alterni comporti una spesa considerevole.
Sarei più propensa a mantenere separata la terapia con vitamina D3 mensile (1 fiala da 25.000) oppure 3 volte al mese (esiste anche il dosaggio da 10.000 unità per le fiale di vitamina D3).
Spero di averle risposto, rimango a sua disposizione se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti, cordialmente.
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