Ho appena compiuto 50 anni, e il desiderio di un figlio dopo, purtroppo, 8 aborti non mi è passato anzi, io e mio marito, lo desideriamo con tutto il cuore. Premetto che ho due figli uno di 21 e una di 11 e sono la mia felicità più grande. Ho già fatto visita e controlli vari e sono a posto, il ginecologo mi ha detto che internamente ho l’utero di una donna di 40 anni ed essendo tutto a posto, non avrei alcun problema a cercarlo, e a partorire poi, di parto naturale come per le mie altre gravidanze precedenti, che sono state perfette, grazie al cielo! Preciso che lo stiamo già cercando… Vorrei chiederle se devo restare serena e lasciar fare al destino, o non dovrei per l’età? Io non mi sento anagraficamente 50 enne, ma mi sento 35 anni addosso, per cui non ho né timori né altro, ho solo il forte desiderio di un terzo figlio, e voglio diventare ancora una volta mamma. Grazie, attendo gentilmente una vostra risposta presto!
Faustina Lalatta
Gentile signora, ho letto con molto interesse la sua mail e mi sembra di capire che lei definisca per sé stessa “diverse età” che vanno dall’età anagrafica (50 anni) all’età ecografica dell’utero (40 anni) fino all’età percepita da lei stessa (35 anni). Cioè un viaggio a ritroso verso la giovinezza, dai 50 anni registrati all’anagrafe ai 35 “che si sente addosso”. Purtroppo questa formulazione di “età soggettiva” non produce un recupero della realtà biologica. Sarebbe fantastico che lo consentisse, ma non è così. Soprattutto se lei pensa di avere un bambino con i vostri gameti (in particolare con i suoi ovociti, anche se va ricordato che anche l’età paterna ha il suo peso). La realtà biologica è molto più asettica, lucida e obiettiva, cioè non tiene conto delle nostre percezioni e della nostra immagine, cioè di quanto sembriamo o ci sentiamo giovani. Prendo come esempio le ovaie, che sono l’organo cruciale per ottenere un concepimento bilanciato, cioè geneticamente adatto allo sviluppo di un bambino. Le sue ovaie, che hanno 50 anni l’una, contengono gli ovociti da quando è stata a sua volta embrione, quindi, nel suo caso da 50 anni e 8 mesi. Gli ovociti restano immobili per circa 12-13 anni poi, dopo la pubertà, a turno, a caso o forse non a caso, vengono predisposti al concepimento. Uno al mese. Degli ovociti maturi, pronti per il concepimento, circa la metà non è normale e viene “sprecata”, cioè non viene concepita o non si ha l’impianto del concepimento già dai 35 anni. Dai 40 ai 45 anni questa percentuale sale al 70%, per poi essere sostanzialmente del 98-99% a 50 anni quando la donna italiana media è alla soglia della menopausa. Pertanto, non è certo da escludersi che lei e suo marito, attraverso i tentativi che avete programmato e che state perseguendo, abbiate concepimenti ma la probabilità che uno di questi possa evolvere una gravidanza fisiologica è di circa l’1%. Escludendo le anomalie cromosomiche che permettono l’impianto e lo sviluppo, ad esempio la trisomia 21, correlata alla sindrome di Down che si renderebbero visibili nelle prime fasi della gravidanza. Perché l’evoluzione (madre natura?) ha previsto che fosse meglio che le donne non riuscissero più ad avere figli con facilità dopo i 38-40 anni? Vi sono certamente motivazioni molto rilevanti e che hanno favorito la sopravvivenza della specie, certamente di milioni di donne prima di noi. Infatti, le donne che non avevano la fortuna di potersi proteggere dai concepimenti non voluti, partorivano 6-8 figli entro i 35 anni e sarebbero certamente morte in massa se il loro organismo non avesse messo in atto proprio i numerosissimi fallimenti, sotto forma di quegli aborti spontanei che lei ha subito e che tanto fanno soffrire e deludono. Detto questo, è pur vero che ognuno è libero di provare ad avere un concepimento e un bambino per tutto il tempo che ritiene opportuno. La vita di coppia non potrà che beneficiarne. Però è inutile “bleffare” sull’età, non serve a nulla, mentre è buona cosa acquisire la piena consapevolezza che, in prossimità della menopausa, si sta tentando di imboccare una strada non certo spianata. Cordialmente.
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