Caro dottor Messina,
ho un bimbo di 18 mesi che soffre di mal d’auto, esattamente come ne soffro io da quando ho memoria. Vorrei capire da cosa dipende (è ereditaria questa tendenza?) e se è vero che i braccialetti antinausea possono funzionare per i bambini (in farmacia li vendono). Altrimenti quali accorgimenti posso adottare per evitare che vomiti l’anima ogni volta che andiamo in montagna? Abbiamo una casa a due ore di macchina dalla nostra residenza abituale, ma andarci è un incubo …
Grazie infinite
Aldo Messina
Cara mamma,
mentre al cinema vedere immagini che si muovono è naturale e piacevole, quando si viaggia la percezione di oggetti, paesaggi, edifici, persone in movimento può causare fastidio: in questo caso si parla di cinetosi. La cinetosi è la malattia scatenata dal movimento e si manifesta durante i viaggi in nave e in automobile e, meno di frequente, in aereo e treno. E’ caratterizzata dalla comparsa di sintomi, quali pallore, sudorazione, ansia e senso di vomito. In casi, fortunatamente più rari, si verificano calo della pressione arteriosa del sangue (ipotensione), diarrea, rallentamento dei battiti del cuore (bradicardia). La cinetosi è stata descritta da Ippocrate nel 400 a.C. con queste parole: navigare in mare mostra come il moto causi malessere al corpo” e anche da Omero, Galeno e Plinio. Ne soffrivano Giulio Cesare, Cicerone, Churchill, Laurence d’Arabia e, pensi un po’, perfino l’ammiraglio Nelson e il naturalista navigatore Darwin. Gli studi dimostrano una notevole soggettività della sintomatologia e il 33% delle persone lamenta cinetosi anche in seguito a lievi stimolazioni di movimento. La patologia è più frequente nei bambini tra i 2 ed i 12 anni e predilige il sesso femminile, in particolare nel periodo mestruale e durante la gravidanza. E’ frequente anche nelle persone che soffrono di emicrania e nei bambini, a prescindere dal genere di appartenenza, può essere un precursore delle crisi di mal di testa. Solo nelle bambine però può protrarsi dopo la pubertà associandosi ad attacchi di cefalea. I maschietti, invece, crescendo cessano di soffrire. Non è infrequente osservare cinetosi sia nella madre sia nei figli, esattamente come è possibile riscontrare l’emicrania che infatti è un disturbo che può essere ereditario. Sappiamo che i sintomi della cinetosi possono manifestarsi anche in uccelli, pesci, cavalli, gatti, cani e rettili.
A scatenare la sintomatologia (e a rovinarci la vacanza) è una delle due porzioni dell’orecchio interno, l’apparato vestibolare, che è deputato a informare il nostro sistema nervoso centrale (prevalentemente cervelletto e cervello) sugli spostamenti della testa ( grazie ai tre canali semicircolari) e del corpo durante le accelerazione in avanti o indietro o in senso verticale. L’altra porzione dell’orecchio interno, la coclea, ha la funzione di trasformare le onde sonore in segnali nervosi e ci consente quindi di udire i suoni e pertanto non ha alcun ruolo nella comparsa della cinetosi. La percezione della posizione del nostro corpo rispetto allo spazio non è determinata esclusivamente dalle informazioni che il sistema nervoso centrale riceve dal sistema vestibolare dell’orecchio interno, essendo altrettanto importanti quelle che giungono dalla vista e dal sistema osso-muscolo. I tre tipi di informazione (input) provenienti dal sistema vestibolare, da quello visivo e dalle articolazioni e muscoli sono integrati prevalentemente in una zona del sistema nervoso centrale che si chiama cervelletto e vengono successivamente rese coscienti dal cervello.
Quest’ultimo ci trasmette una condizione di equilibrio normale quando le informazioni vestibolare, visiva e propriocettiva, si presentano in modo congruente e concordante.
Nel mal di viaggio l’origine del disturbo è nella incongruenza delle informazioni visive, propriocettive e vestibolari. Di cinetosi soffrono anche i ciechi e in generale possedere una minore funzione visiva determina una maggiore sensibilità all’insorgere dei sintomi. Viceversa la malattia non è presente nei soggetti con gravi malattie dell’organo dell’equilibrio.
L’accelerazione, se si viaggia in nave, il rollio e il beccheggio o l’alternarsi di salite e discese, sottopone il sistema vestibolare (otricolo e sacculo) a notevoli sollecitazioni aggravate dai rapidi e involontari movimenti della testa ( canali semicircolari). L’eccitazione vestibolare risulta però incongruente rispetto a quella propriocettiva e pertanto si manifesta una sintomatologia “da vertigine”, con il tipico corteo di accompagnamento ( nausea e vomito, pallore, sudorazione e così via). Questi effetti, per adattamento, proseguendo il viaggio, tendono a ridursi per ricomparire alla fine del percorso. In quest’ultimo caso si parla di mal “da sbarco” o da “de barquement”. L’osservazione della comparsa di sintomatologia in quei soggetti che provano a leggere durante il viaggio, conferma che la condizione è determinata dalla incongruente informazione dei sistemi. L’apparato visivo( che legge ) detta informazioni di assenza di movimento e viceversa l’orecchio interno invia informazioni di spostamento della testa.
Per i normali viaggiatori posso proporre questi semplici consigli:
– prima di iniziare un viaggio assumere un pasto leggero e concedersi durante la marcia grissini o cracker evitando di bere , specialmente caffè.
– scegliere un punto stabile del mezzo di locomozione che per l‘auto è rappresentato dai sedili anteriori, in aereo in corrispondenza dell’ala, in nave la zona centrale.
– cercare di guardare il paesaggio, mantenendo la testa a 45 gradi sull’orizzonte
– non leggere e se si è in nave evitare di fissare le onde
– assumere posizione supina o se possibile semisdraiata a testa ferma
– evitare luoghi affollati e con fumi che risulterebbero sgradevoli
– distrarsi, magari ripassando mentalmente il percorso, stratagemma che attiva anche un meccanismo anticipatorio del movimento.
– far circolare aria fresca, anche aprendo il finestrino.
Se questi accorgimenti non risultassero sufficienti si può ricorrere ai farmaci, in genere a base di scopolamina. Molto utilizzata la forma in cerotto, per la quale si consiglia l’applicazione retroauricolare due ore prima della partenza. Per evitare l’involontario contatto del farmaco con gli occhi non ci si dimentichi di lavarsi le mani dopo l’applicazione. Analogamente il prodotto è sconsigliato nei soggetti affetti da glaucoma e da ipertrofia prostatica. Effetti collaterali sono rappresentati da dilatazione delle pupille e sonnolenza.
Tra gli altri farmaci ci sono quelli a cui fa capo il principio attivo dimenidrato (xamamina in supposte o il travelgum in gomme da masticare), che presentano analoga efficacia della scopolamina ma durata d’azione inferiore e gli stessi possibili effetti collaterali. Non esistono studi scientifici(basati sulla medicina delle evidenze) sull’uso dei braccialetti antinausea. Questi sfruttano il principio della digitopressione che, secondo la medicina tradizionale cinese, se applicata sul polso, agisce sul punto P6 (o punto Nei-Kuan). Viceversa, secondo le neuroscienze, potrebbe essere conseguenza della cosiddetta teoria del Cancello o Gate Control Theory, GCT, secondo la quale se uno stimolo dolorifico e uno stimolo meccanico vengono trasmessi simultaneamente, come pungendosi e con la compressione, la trasmissione dello stimolo dolorifico sarà attenuata per via dell’azione eccitatoria svolta dalla fibra meccanica che chiude, “a cancello”, l’informazione dolorifica o, comunque fastidiosa. Probabilmente è per questo motivo che applichiamo pressione sulla testa, gli occhi o il polso, quando proviamo dolore in quelle zone. O semplicemente quando siamo stanchi. Lo stesso effetto, a cancello, gioca la possibilità di fissare l’attenzione su qualcosa di interessante, che distrae. ecco allora che distrarre il bambino anche solo con una canzoncina o una filastrocca può aiutarlo a stare meglio durante i viaggi in auto. Non provata scientificamente, infine, l’azione antinausea dello zenzero di cui però molto si sente parlare.
E’ certo però che, diversamente dai farmaci, i braccialetti antinausea non presentano effetti indesiderati (come del resto lo zenzero) quindi non ci sono controindicazioni se si sceglie di farli indossare a un bimbo di 18 mesi.
Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.