Salve dottoressa avrei una domanda. Sono reduce di 3 aborti spontanei di cui 2 alla sesta settimana e uno alla 27ma settimana. L’ultimo aborto è stato con una rottura delle membrane alla 16 settimana, risolta in parte con antibiotici per ricovero in ospedale quindi la chiusura spontanea delle membrane, poi purtroppo si è ripetuto questo alla 27ma settimana con distacco di placenta. Ora mi vengono dei dubbi: Non avevo infezioni vaginali quindi tamponi negativi al ricovero. Non avevo febbre e tantomeno contrazioni. Con il nuovo ginecologo abbiamo fatto biopsia con ricerca di plasmacellule che sono risultate negative! Abbiamo riscontrato un incremento delle Nk al 45% che a detta sua avrebbe potuto creare una sorta di infiammazione. Volevo precisare che nell’ultima gravidanza ho assunto aspirina e progesterone e mi hanno spiegato che questi due farmaci avrebbero potuto tenere a bada gli nk fino ad un certo punto, visto che è stata l’unica gravidanza più lunga che ho avuto utilizzando questi due farmaci. Grazie per una eventuale risposta. Cordiali saluti.
Elisa Valmori
Salve cara signora, che storia dolorosa che mi ha raccontato!
Ancora ancora un aborto a sei settimane lo si riesce a “mandare giù” ma a 27 settimane è veramente una catastrofe e anche se non so in quanto tempo si siano verificati, immagino ci sia voluto parecchio per rialzarsi e decidere di riprendere nella ricerca della gravidanza.
Una cosa che non mi ha riportato e che spero sia stata effettuata è l’esame autoptico sul feto e sulla placenta.
Da quell’esame si può cercare di trovare una spiegazione a quanto le è accaduto e anche prodigarsi per far sì che non si ripeta mai più.
Non sempre si riesce a trovare una spiegazione esaustiva, che so: un’infezione che sia stata responsabile della rottura delle membrane (a volte si tratta della Lysteria ma occorre fare dei tamponi appositi per evidenziarla).
In ogni caso, dato che ha avuto 3 aborti di cui uno tardivo e per giunta complicato da distacco di placenta, mi auguro che le sia stato proposto di effettuare lo screening trombofilico per escludere alterazioni (congenite o acquisite) a carico della coagulazione del sangue.
Si tratta di esami ematici e genetici che possono anche essere prescritti dal ginecologo oltre che dal genetista a patto che sia firmato un apposito consenso informato.
Spero di esserle stata di aiuto, vorrei poter fare di più per lei e il suo compagno ma come medico non mi pare di avere altre indicazioni da offrirvi.
Una cosa però ho l’ardire di proporvela: date un nome a questi tre angioletti e pregateli insieme perché vi facciano provare la gioia di essere genitori a tutti gli effetti.
Un grande abbraccio e speriamo di risentirci presto con buone nuove, cordialmente.
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