Ho 30 anni. In adolescenza ho talvolta sofferto di febbre/ mal di gola, a volte anche per diversi giorni.
I miei, essendo probabilente molto ignoranti in ambito medico, non mi hanno mai sottoposta a tampone per lo streptococco e non mi hanno mai curata con
terapia antibiotica ma con rimedi naturali e al massimo Tachipirina per la febbre. La mia domanda è: se avessi avuto in passato lo streptococco in gola
e non l’avessi adeguatamente curato, ora sarei ancora contagiosa e quindi
un pericolo per gli altri? (Ho un bimbo piccolo che allatto) o dopo un po’
la contagiosità svanisce comunque? Io attualmente non ho sintomi, ma da
tantissimi anni (non so quanti di preciso, sicuramente più di 10) soffro di
alcuni lievi tic. Ho avuto qualche tic anche in infanzia ma sempre spariti
spontaneamente invece dall’adolescenza sono rimasti ( tipo strizzare gli
occhi e contrarre i muscoli delle braccia). Potrebbero essere conseguenza di
streptocco non curato? Cosa dovrei fare? Attualmente non soffro di febbre né
di mal di gola da anni. La cosa che più mi preme sapere è se sono contagiosa
per gli altri anche in assenza di mal di gola e febbre. Grazie.
Aldo Messina
Gentile lettrice,
la risposta alla tua domanda mi impone, non ci crederai, dei problemi di ordine etico. Detesto l’allarmismo sanitario del web, ma, nel tuo caso, mi poni una domanda e ti devo una risposta. Cercherò di pesare le parole per evitare allarmismi non dovuti. Un rapporto tra tic ed infezione streptococcica è possibile ma non probabile.
Con l’acronimo PANDAS (Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorders Associated with Streptococcal Infections o disturbi neuropsichiatrici infantili autoimmuni associati a infezioni da streptococco) si definisce un quadro clinico da far rientrare, a sua volta, nel quadro delle patologie autoimmuni. Sono queste quelle malattie nelle quali si osserva l’anomalo funzionamento del nostro sistema immunitario ed in conseguenza del quale il nostro sistema di difesa, anziché proteggerci dagli agenti patogeni, attacca le nostre cellule, quelle del nostro organismo. Ne consegue una patologia.
Le patologie autoimmuni sono di competenza di una moderna banca della medicina, che avrei voluto scegliere se fossi nato qualche anno dopo: la reumatologia.
Si annoverano, al momento, circa cento patologie autoimmuni che colpiscono con maggiore frequenza il genere femminile.
La citata PANDAS è (o sarebbe) una patologia autoimmune, conseguente a infezione streptococcica beta emolitico di gruppo A, un battere molto antico, in grado di mimentismo cellulare e che formerebbe complessi autoimmuni che si localizzerebbero, tra l’altro, nei nuclei della base, centri neurologici predisposti anche al controllo dei movimenti volontari.
La PANDAS si caratterizzerebbe per la presenza di tic e/o di problematiche neuropsicologiche inquadrate nell’altrimento noto disturbo ossessivo compulsivo.
Va da sé che non tutti i soggetti con tic e/o disturbi ossessivi compulsivi presentano questi quadri quale conseguenza di infezione streptococcica.
Per sospettare i casi di CANVAS si fa riferimento a criteri piuttosto aspecifici che fanno dubitare sulla reale esistenza della patologia. Tra questi i requisiti di tipo cronologico. Si ritiene che i sintomi debbano insorgere in epoca pediatrica tra i tre e, raramente, sino ai dodici anni, comparire in modo improvviso e subito dopo l’aver contratto un’infezione streptococcica. Altro segno importante è determinato dal fatto che il citato coinvolgimento dei nuclei della base deve determinare un corteo di altri sintomi di alterazione motoria (evidenziabili anche con modifica della grafia).
La già evidenziata aspecificità e l’impossibilità di potere obiettivare la patologia, fanno sì che molti dubitino della reale esistenza della PANDAS. Altri autori , più recentemente, hanno per questo proposto di non parlare in modo specifico di PANDAS, facendo pertanto riferimento specifico allo streptococco e propongono di utilizzare il termine PANS (pediatric acute-onset neuropsychiatric syndrome o sindrome neuropsichiatrica infantile ad insorgenza acuta), quale conseguenza non solo di infezioni pregresse, ma, in generale, di apparenti fattori precipitanti sia ambientali che autoimmunitari.
Relativamente alla possibilità di contagio con il suo piccolo, il problema, per un’infezione contratta in età infantile, di per sé non sussiste a meno di non essere, indipendentemente da tutto, portatore sano. Con cordialità.
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