Test di Coomb’s: serve o no se la donna è RH negativo?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 23/10/2024 Aggiornato il 23/10/2024

Tutte le donne incinte RH negativo vengono sottoposte per prassi al test di Coomb's che permette di capire se nel sangue materno si sono formati anticorpi che potrebbero attaccare i globuli rossi del feto, nel caso un cui fosse RH positivo.

Una domanda di: Michela
Salve Dottoressa, avrei una domanda da farle. Sono incinta da 31 settimane + 5, non ero a conoscenza del fatto di dover fare prima l’immunoprofilassi
anti-d prima del parto, pensavo si facesse solo la puntura dopo. Poi, sono venuta a conoscenza della necessità di farla anche prima e ho chiesto al mio
ginecologo, che mi ha detto che potevo farla comunque, anche se trascorse 28 settimane, e che dovevo farmi scrivere dal medico di base il farmaco
immuno-rh.
La mia domanda è questa: ho letto che se il test di Coombs risulta positivo non si fa questa iniezione…ma io non l’ho mai fatto. Occorre che lo faccia o
non serve?
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora,
prima di tutto niente panico: siamo ancora in tempo per effettuare l’immunoprofilassi anti-D come previsto nelle pazienti di gruppo sanguigno negativo (lei lo ha dato per scontato ma è bene precisarlo, prima che altre mamme si sentano “discriminate”).
Un tempo non si praticava l’iniezione durante la gravidanza ma soltanto dopo il parto. In effetti è soprattutto in questa occasione che si può verificare un passaggio significativo di globuli rossi fetali nel torrente circolatorio materno. Questo fatto può costituire un rischio per le future eventuali gravidanze infatti se la mamma è di gruppo negativo a differenza del neonato, produrrà degli anticorpi contro il fattore RH presente sui globuli rossi fetali.
Nel tempo, si è capito che le dimensioni dei villi placentari crescono con l’avanzare delle settimane di gravidanza e questo può consentire un passaggio di globuli rossi anche durante il terzo trimestre della gravidanza stessa. Di qui l’indicazione ad effettuare l’immunoprofilassi anche in gravidanza, a partire dalla 28^ settimana. Attenzione, l’iniezione si effettuerà anche dopo il parto, sempre che il neonato sia gruppo sanguigno positivo, altrimenti non sarà più necessaria.
A mio parere, non è compito del medico di base prescrivere il farmaco ma semmai del ginecologo curante.
Magari lei è seguita privatamente, comunque credo che la soluzione migliore sia di contattare l’ostetricia dell’ospedale in cui intende partorire per farsi dare tutte le indicazioni del caso per l’appuntamento (l’iniezione solitamente ha luogo proprio in reparto di Ostetricia) e le relative prescrizioni (con tanto di esenzione, mi raccomando!) .
Quanto al test di Coomb’s indiretto, sarebbe indicato mensilmente nelle pazienti gravide di emogruppo negativo (come il Toxo Test nelle pazienti recettive alla Toxoplasmosi per intenderci) per cui mi pare strano lei non lo abbia mai effettuato: almeno nei primi esami della gravidanza dovrebbe essere stato prescritto!
Comunque, sarebbe opportuno eseguirlo per poter accedere alla somministrazione di questi anticorpi contro il fattore RH: occorre che l’esame sia negativo, glielo confermo. Anche questo esame è esente a patto che il Curante precisi che lei ha emogruppo negativo (altrimenti lo è se si tratta appunto dei primi esami in gravidanza).
Spero di averle risposto in modo comprensibile e soprattutto di averla rincuorata, cordialmente.

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