Dopo un matrimonio naufragato, ho ritrovato amore e felicità assieme ad un altro uomo, che ha adottato i miei figli (2) come fossero suoi. Siamo una famiglia felice, ma ogni tanto da parte di tutti (compagno e figli) viene espresso il desiderio di allargare la famiglia. Io ne sarei felice, ma ho molte paure che mi assalgono. Sono rimasta incinta del primo figlio nel 2016, gravidanza travagliata, passata principalmente a letto, terminata con parto cesareo d’urgenza in quanto dilatata ma con bimbo trasversale. A distanza di 15 mesi ho partorito il secondogenito, gravidanza splendida, ma con cesareo terribile, dovuto alla fragilità delle pareti uterine troppo dilatate, per le quali mi hanno messo 2 file di sutura sia internamente che esternamente. La ripresa dopo il secondo cesareo è stata lunga, nella sutura hanno incluso un nervo che ha impiegato un mese per distendersi, e tutt’ora ho problemi di cistiti dovute (con molta probabilità) ad aderenze con la vescica. La ginecologa che mi seguiva all’epoca, mi disse chiaramente di avermi “presa per i capelli”, in quell’intervento. Dopo 5 anni, è queste esperienze, è plausibile una terza gravidanza? O il rischio è troppo alto? Grazie per l’attenzione.
Elisa Valmori
Salve cara signora, certo è difficile darle un consiglio “oggettivo” in quanto umanamente le vorrei soltanto dire che vale la pena ora che finalmente ha trovato la persona giusta, mettere al mondo non solo uno ma tutti i figli che desidera. Dal punto di vista medico, però, mi tocca cercare di esaminare bene il famoso rapporto rischio-beneficio e nel suo caso direi che a favore della terza gravidanza è la distanza dal precedente cesareo (5 anni mi sembrano un tempo più che ragionevole). Poi mi aspetto che se dovesse arrivare un terzo figlio, lei sarebbe aiutata più che in passato e anche questo potrebbe fare la differenza sia fisicamente che psicologicamente. Tuttavia, lei mi chiede di quantificare un rischio ma non mi è chiaro di quale rischio lei parli: per la vita del nascituro, per quella di entrambi, per eventuali suoi problemi di salute a distanza…io provo ad esaminare i rischi materni del cesareo ripetuto, così lei potrà ponderare meglio la sua scelta di ricercare una terza gravidanza. Certamente, dal punto di vista materno, ci sono dei rischi nel sottoporre l’utero per più volte ad un taglio cesareo in quanto l’incisione e la conseguente cicatrice sono localizzate bene o male sempre sulla stessa striscia di tessuto uterino e questo rende nel tempo possibili soprattutto tre tipi di complicanze. 1) inserzione bassa della placenta, in corrispondenza proprio della breccia uterina, con rischio di placenta accreta ossia che si intrufola troppo in profondità nel muscolo uterino 2) diastasi della sutura, ossia assottigliamento del tessuto uterino in corrispondenza della cicatrice nel corso della gravidanza o in caso di iniziale attività contrattile uterina. 3) aderenze tra l’utero e gli altri organi pelvici (soprattutto vescica, intestino e ureteri). Rispetto al primo rischio, è possibile monitorarlo attraverso controlli ecografici che vadano a studiare la localizzazione della placenta (il problema non si pone se la placenta è a localizzazione fundica o posteriore); quanto al secondo, direi che il modo migliore per evitare la diastasi della cicatrice uterina è quello di cercare di mantenere l’utero a riposo (anche se dubito fortemente che una mamma con più figli possa mettersi a riposo a meno che non venga ricoverata in ospedale) per esempio limitando fortemente gli sforzi fisici (ogni aiuto da chiunque venga è bene accetto!), i rapporti sessuali e a giudizio del Curante ginecologo utilizzando una integrazione di Magnesio (per bocca) oppure di Progesterone (sotto forma di ovuli vaginali) per ottenere che l’utero non si contragga prematuramente. Quanto ai disturbi a carico della vescica, credo sarebbe utile cercare il parere dell’urologo per capire come trattarli nel modo più adatto per lei. Altri potenziali rischi di un cesareo ripetuto sono: emorragia materna (dovrà di sicuro firmare il consenso alla trasfusione di sangue in via preliminare) ma anche di lesione degli organi limitrofi (vescica, ureteri, anse intestinali) ed in casi davvero limite, direi che possiamo contemplare la necessità di sacrificare l’utero per arrestare un’emorragia intraoperatoria. Se decidesse di sì, le ricordo di assumere acido folico 1 compressa al giorno da 400 microgrammi, se possibile lontano da the e latticini…. Con cordialità.
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