Tampone vaginale in gravidanza: quando farlo?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 12/04/2022 Aggiornato il 12/04/2022

In genere il tampone vaginale si effettua quando compaiono sintomi che suggeriscono la possibilità che si sia sviluppata un'infezione.

Una domanda di: Irene
Sono in gravidanza alla ventesima settimana. Dopo aver scoperto che le infezioni batteriche vaginali possono avere esiti avversi in gravidanza ho chiesto al mio ginecologo di eseguire un tampone cervicale però lui mi ha detto che si esegue il Pap test. La mia domanda è la seguente: posto che il Pap test è un esame citologico e non colturale, rileva la presenza di batteri in modo specifico? Ad esempio, so che trichomonas e candida vengono rilevati ma non l’escherichia coli molto pericolosa qualora risalisse nella cervice. Attendo un suo cortese riscontro. Cordialmente.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora, guardi…a volte è meglio non sapere! Tutte le mie pazienti mi invidiavano dicendo che in gravidanza avrei saputo arrangiarmi ma la verità è che studiando tutte le malattie e complicanze per madre e bambino, non sono stata affatto tranquilla soprattutto alla mia prima esperienza! Veniamo però alla domanda che mi ha posto. Partiamo dal presupposto che le infezioni batteriche vaginali possano avere esiti avversi in gravidanza. Direi che questo è vero ma a patto che l’infezione si complichi e dalla vagina riesca a risalire il collo dell’utero e a raggiungere le membrane amniochoriali. La natura ha previsto un meccanismo di barriera potente rispetto alle infezioni ascendenti. Si tratta del muco cervicale che ostruisce il collo dell’utero (anche detto canale cervicale) e lo rende impenetrabile per tutto il tempo della gravidanza o quasi…tipicamente verso la fine della dolce attesa si perde il famoso “tappo” e poco dopo di solito inizia l’avventura del travaglio. Perché un’infezione da vaginale diventi cervicale, bisogna che passi del tempo e le cose si complichino. Tipicamente, si avranno dei sintomi quali ad esempio delle secrezioni di muco alterate (molto più abbondanti, magari maleodoranti, associate a prurito intimo o fastidio ai rapporti sessuali) o anche delle contrazioni uterine (simili a dolori mestruali al basso ventre o nel fondo schiena). Per diagnosticare questo tipo di problema, di solito si effettua in prima istanza un tampone vaginale. Se non fosse dirimente, è possibile eseguire un tampone cervicale anche durante la gravidanza, specialmente in presenza di sintomi di allerta (contrazioni uterine, raccorciamento della cervice uterina alla visita e/o all’ecografia, altre modificazioni a carico del collo uterino quali una consistenza più morbida oppure un’iniziale dilatazione). Il pap test è un esame citologico, come giustamente lei fa notare, ma occasionalmente rileva dei germi particolari quali appunto Candida o Trichomonas e spesso il referto segnala anche l’eventuale presenza di infiammazione o flogosi, quindi dando un’informazione aspecifica rispetto a quella dei tamponi. E’ possibile effettuarlo anche in gravidanza (escludendo il primo trimestre, per prudenza) magari utilizzando un cotton fioc invece del classico spazzolino sul collo dell’utero. Tuttavia, mi pare meno adeguato per fare diagnosi di infezione cervicale rispetto al tampone che a mio avviso è compatibile, alle condizioni che le ho sopra esposto. Dato che l’Escherichia coli arriva dall’intestino che facilmente in gravidanza rallenta il suo transito, credo importante ribadire l’utilità di una dieta ricca di frutta e verdura di stagione, insieme ad un’adeguata idratazione (acqua a volontà e tisane, evitando le bibite già zuccherate) e non dimenticando di introdurre con la dieta i fermenti lattici (si trovano nello yogurt ma anche nel kefir) che abitano sia il nostro intestino che la vagina e ci proteggono dalle infezioni. Spero di averla aiutata e rincuorata, a disposizione se desidera, cordialmente.

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