Sull’uso dei “solari” sui piccolissimi

Dottoressa Floria Bertolini A cura di Floria Bertolini - Dottoressa specialista in Dermatologia Pubblicato il 25/07/2022 Aggiornato il 02/08/2022

I prodotti solari devono essere impiegati per non scottarsi non certo per prolungare le ore di esposizione ai raggi, né tantomeno il loro impiego deve suggerire di mettere un bambino sotto il sole nelle ore centrali della giornata.

Una domanda di: Valentina
Ho letto su un articolo che fino a 6 mesi non bisogna utilizzare solari sui bambini perche con la loro pelle sottile le sostanze chimiche presenti in essi penetrano piu facilmente: è vero? Per mio figlio ho utilizzato il solare già a tre mesi. Ho scoperto aver utilizzato un solare ( rilastil) per ben 6 anni. Ho letto che contiene octocrylene ed è nocivo… Che rischio puo correre il bambino? Grazie.
Floria Bertolini
Floria Bertolini

Gentile Signora, noi dermatologi consigliamo di non esporre in modo diretto il bambino alle radiazioni solari e di evitare la sua esposizione durante le ore centrali della giornata, cioè quelle in cui le radiazioni UVB, la frazione dello spettro solare con le onde più corte, più ustionanti e più cancerogene tra le radiazioni che arrivano alla superficie terrestre, preferendo le prime ore del mattino e quelle del tardo pomeriggio. Ci siamo abituati a restare al sole anche nelle ore centrali della giornata, usando le creme di fotoprotezione, ma non è una cosa corretta neppure per gli adulti. Le creme servono per non scottarsi, ma non per prolungare le ore di esposizione. E’ importante non scottarsi non solo per il dolore che provoca una scottatura, per la disidratazione, e per le conseguenze sulla pressione arteriosa…, ma, in particolare per i giovani sotto i 20 anni, per preservarli dal diventare adulti con un maggior numero di nevi rispetto quelli che avrebbero avuto per familiarità e soprattutto avere un rischio più elevato di melanoma nella loro vita. Per ustione non si intende solo la presenza di vesciche sulla pelle (ustione di 2° grado) dopo l’esposizione, ma anche l’arrossamento intenso (ustione di 1° grado). Fatta questa premessa, sconsigliamo in assoluto l’esposizione diretta, sia pur con l’impiego di creme protettive solari per i bambini di età inferiore ai sei mesi. Un tempo venivano per lo più utilizzate per i bambini crema solari fotoprotettive con schermi fisici (ossido di zinco e biossido di titanio, polveri inerti, che non vengono assorbiti attraverso la pelle). Attualmente le creme contenenti schermi solari esclusivamente fisici sono state abbandonate essendo poco gradite dal punto di vista cosmetologico, perché difficili da spalmare, per l’aspetto biancastro che lasciano. Tuttora vengono utilizzate le polveri di ossido di zinco e biossido di titanio soprattutto nelle formulazioni pediatriche, ma le polveri vengono micronizzate per renderle più accettabili cosmetologicamente e più facili da spalmare. Risultano, però, un po’ meno efficaci nella protezione verso le radiazioni solari. Per correggere la loro minore efficacia nella condizione micronizzata, vengono aggiunti altri schermi di natura chimica, sia pure in piccole quantità. I filtri chimici ammessi dal Ministero della Salute per essere inseriti nelle tabelle INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) devono essere sostanze che non rientrano tra le sostanze cancerogene presenti nelle tabelle della IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro). Queste tabelle sono oggetto di continue revisioni in base alle nuove conoscenze che vengono acquisite. Fatta questa premessa, e ritornando alla sua domanda, l’octocrylene è una sostanza inserita nelle tabelle INCI come filtro UV chimico, ma svolge anche attività stabilizzante della formulazione e protettivo del prodotto cosmetico dagli effetti dei raggi UV, in quanto li assorbe. Questo prodotto è stato analizzato da recenti studi non in quanto tale, ma perché, non essendo stabile chimicamente, a contatto soprattutto con le radiazioni solari, si trasforma in benzofenone, una sostanza che si trova nel gruppo 2B delle tabelle IARC (sostanze che potrebbero essere cancerogene, ma non esistono sufficienti evidenze per affermarlo). Inoltre il benzofenone sembra essere un interferente endocrino. Dal 2000 negli Stati Uniti, per motivi di cautela, è stato bandito dagli imballaggi alimentari e dichiarato che non esiste alcun prodotto in cui la presenza di benzofenone sia sicura, neppure creme solari, antietà o idratanti. Successivamente studi su confezioni di creme commercializzate come creme di protezione solare, in tutte quelle contenenti octocrylene, tanto più tempo passa dalla produzione, tanto più si trovano tracce più o meno importanti di benzofenone. Gli studi sono recenti, per cui probabilmente presto anche il nostro Ministero della Salute, visti le recenti cautele assunte negli USA, potrebbe dare indicazioni simili all’INCI. Nel frattempo credo sia preferibile utilizzare le indicazioni di cautela che noi dermatologi diamo: oltre ad evitare l’esposizione nelle ore centrali della giornata, meglio scegliere le creme con prevalenza di ossido di zinco e biossido di titanio (gli ingredienti vengono indicati in questo ordine: dal più presente fino a quello presente in quantità più bassa), non dimenticare di far indossare il cappellino e se necessario una maglietta, meglio scura, perché il colore nero/blu filtra gli UVB e UVA molto di più del colore bianco, anche se, ohimè, attira di più l’infrarosso e fa sentire più caldo. Cordiali saluti.

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