Volevo chiederle se il tampone vaginale dovesse risultare positivo allo streptococco (cosa molto probabile), ho letto che al momento del parto mi
verrà iniettata un antibiotico a base di penicillina (anche se dovrò fare il cesareo?). Il problema è che il padre della bambina è allergico alla
penicillina: può essere un problema?
La ringrazio anticipatamente.
Elisa Valmori
Cara signora, come dice il proverbio: non fasciamoci la testa prima di romperla!
Intendo dire, non si preoccupi del tampone vaginale per lo Streptococco: l’importante è farlo in vista di un parto vaginale e, qualora risultasse positivo, effettuare la profilassi antibiotica (a base di Penicilline) durante il travaglio, come di sicuro le proporranno in ospedale.
Il fatto che il suo compagno sia allergico alle penicilline non costituisce un problema in quanto, per fortuna, l’allergia ai farmaci non è geneticamente predeterminata.
Diverso sarebbe se fosse lei ad essere allergica alle penicilline: in quel caso la profilassi antibiotica si farebbe, ma con un’altra classe di antibiotici (in particolare i Macrolidi come la Claritromicina o l’Azitromicina).
In caso di taglio cesareo la profilassi antibiotica si effettuerebbe comunque, di solito utilizzando un farmaco della famiglia delle Cefalosporine, che sono delle Penicilline di sintesi, compatibili con la gravidanza e l’allattamento dal momento che, proprio come le Penicilline “naturali”, agiscono solo sulle cellule batteriche e non su quelle umane.
La differenza sta nel fatto che, in caso di tampone positivo, la profilassi antibiotica sarebbe ripetuta ogni 4 ore durante il travaglio, mentre in caso di parto mediante cesareo si limiterebbe ad un’unica somministrazione poco prima di iniziare l’intervento.
Spero di aver risposto alla sua domanda e le auguro di vivere con serenità il parto della sua bambina, cordialmente.
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