Gentilissima, finalmente anche dietro le sue rassicurazioni ho deciso di curare lo stato ansioso in gravidanza. Le scrivo ora per un altro dubbio. Dall’inizio del quarto mese soffro spesso di prurito intimo e alterno grande secchezza a sporadiche perdite bianche inodori ma cremose, del tipo che poi seccano sugli slip e irritano. Il mio ginecologo un mese fa alla mia richiesta di esser tranquillizzata sulle infezioni, si è rifiutato di farmi i tamponi, ritenendo il tutto fisiologico e precisando che i tamponi cervicali aumentano il rischio di infezioni, se non necessari (e mi ha anche detto di aver visto situazioni non belle a causa di ciò). Ora la situazione è rimasta invariata ma durante l’ultima visita a 18 settimane riscontrando queste perdite dense ha deciso di fissare il tampone sia vaginale che cervicale, e io sono piuttosto confusa. Gli unici altri sintomi che ho sono dolori frequenti al basso ventre e pube tipo “spilloni” intermittenti (ma ho anche un intestino molto molto mosso); per ora nessuna contrazione (o – almeno – che io possa riconoscere come tale). Alla visita peraltro ha misurato in collo dell’utero che non è il massimo: 34mm alla 19esima settimana (ma non abbiamo misurazioni precedenti), nonostante io non abbia mai subito interventi o partorito. Ora io non so se fare solo il tampone vaginale e rimandare il cervicale ad una successiva valutazione dei sintomi, compresa la lunghezza del collo dell’utero, o fidarmi dell’istinto del mio curante e fare subito anche il cervicale (lo farebbe lui, che è chirurgo ospedaliero). Su tampone cervicale però nel frattempo ho letto cose terribili: che se non c’è l’infezione la facilita, facendo risalire i batteri; che può provocare contrazioni importanti e addirittura far rompere le membrane! Io ho 40 anni, ho già avuto un aborto, e questo figlio che aspetto è tutto per me, non mi perdonerei mai di perderlo per un’infezione latente e paucisintomatica, ma nemmeno per danni derivanti dal tampone cervicale. Ho letto storie terribili di madri che hanno avuto aborti tardivi improvvisi senza sintomi, dovuti a infezioni, e non voglio che mio figlio sia il mio “pregresso” , ma non voglio fare a tutti i costi un tampone cervicale per un po’ di prurito e perdite, se può essere dannoso. Preciso che tra conseguenze dell’aborto appena precedente e sanguinamenti in questa gravidanza, gli unici rapporti intimi sono stati quelli del concepimento di questo bimbo che aspetto. Le altre informazioni utili che mi vengono in mente in relazione alle infezioni sono i bagni estivi in mare, il mio colon irritabile tra stipsi e qualche scarica (bevo, prendo fibre, yogurt e fermenti), e il mio sistema immunitario provato dall’ansia. La ringrazio se saprà rincuorarmi nella scelta migliore per mio figlio. Sono terrorizzata delle conseguenze in entrambi i casi. E concordo con lei quando dice che la gravidanza è più serena se si evita di raccogliere in giro troppe informazioni!
Elisa Valmori
Salve signora, leggo la sua mail e colgo davvero un enorme dilemma.
Eppure dal punto di vista medico a me sembra una sola la soluzione nel suo caso: fare i tamponi vaginali e cervicali.
Provo a spiegarle il motivo per cui concordo con il suo Curante.
Lei mi ha riportato alcuni sintomi che mi sembra meritino di essere approfonditi: ha delle perdite di muco dense, a volte associate a senso di irritazione intima, dolori frequenti al basso ventre simili a “spilloni” e una lunghezza del collo dell’utero che è buona ma non ottimale visto che è nullipara e di sole 19 settimane. Infine un aborto spontaneo pregresso.
Per tutti questi motivi ritengo utile l’esecuzione di questi tamponi che tanto la preoccupano.
Le posso assicurare che i tamponi cervicali non procurano infezioni all’utero o rottura prematura delle membrane.
Invece se fosse presente un’infezione al collo dell’utero avremmo sì il rischio di presentare contrazioni uterine prematuramente e in casi estremi arrivare alla rottura prematura delle membrane amniotiche.
Come si suol dire: meglio prevenire che curare!
Infine una raccomandazione. Capisco che sia molto difficile da applicare se lei soffre d’ansia ma davvero in gravidanza si è più che mai sensibili alle storie altrui e si rischia davvero di farsi del male andando a leggere le disavventure di altre mamme.
La invito pertanto a proteggersi da queste informazioni e a porre più domande al suo Curante, approfittando della sua competenza e della sua pazienza (anche noi medici dobbiamo esercitare la pazienza, non solo i pazienti!).
Sono convinta che così facendo la sua gravidanza sarà un po’ meno burrascosa…glielo auguro di cuore!
Spero di averla rassicurata, rimango a disposizione nel mio piccolo, cordialmente.
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