Sospendere l’allattamento per affrontare una cura

Dottor Leo Venturelli A cura di Leo Venturelli - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 10/10/2023 Aggiornato il 10/10/2023

Senza dubbio sospendere l'allattamento al seno quando è ben avviato e gratificante sia per la mamma sia per il bambino è un dispiacere, ma se è necessario farlo per ragioni di salute va fatto senza tentennamenti.

Una domanda di: Jessica
Sono mamma di un bimbo di 15 mesi che allatto dal primo giorno di vita. Purtroppo, mi è stato diagnosticato un tumore filloide borderline alla mammella destra e mi è stato richiesto di sospendere l’allattamento, con prescrizione del dostinex. La casistica del mio bambino è tuttavia particolare perché, nonostante i 15 mesi, continua ad essere un lattante vorace e si sta ribellando con forza alle mie proposte di interruzione. Non ho ancora assunto dostinex perché, onestamente, preferirei evitare di mettere a rischio la sua salute: al momento passare da un allattamento a richiesta a poche poppate al giorno si sta già rivelando molto complesso, non sono certa di riuscire a gestire una situazione in cui il taglio è netto. Quindi, mi chiedo: cosa accade se, dopo aver assunto dostinex, non riuscissi ad impedire al bimbo di attaccarsi? So che la soluzione sarebbe quella di interrompere l’allattamento proprio impedendogli di attaccarsi, ma sono sola perché non ho aiuti (i miei genitori non ci sono più) e posso contare solo sul mio compagno che, come me, lavora. Il bimbo ha da sempre un sonno tremendo, soffre di parasonnie e pavor con risvegli frequenti. Sono letteralmente 15 mesi che dormo poco e male e solo recentemente, con il seno, abbiamo trovato un equilibrio in cui riesco almeno ad accumulare poche ore di sonno di fila. Sono quattro giorni che ho iniziato il percorso di riduzione poppate e queste ultime notti in cui ho provato a non attaccarlo sono state letteralmente tremende. Avrò dormito forse tre o quattro ore di sonno in totale e non continuative. Ovviamente la vita va avanti e devo andare a lavoro e gestire tutto come se fosse la situazione di sempre. Inutile dire che sto rischiando un esaurimento nervoso. Pertanto, le mie domande sono: a parte la questione della correlazione ormoni/filloide (che ovviamente non intendo sminuire), è possibile effettuare l’intervento al seno in allattamento e continuare gradualmente a ridurre le poppate fino alla potenziale interruzione dopo l’intervento? Cosa accade se, in situazione di emergenza (vale a dire per evitare un esaurimento mio) il bimbo si attacca dopo che ho assunto il dostinex e durante la terapia? Se riuscissi a ridurre le poppate, sarebbe sufficiente per limitare un po’ la bomba ormonale che correla con il filloide? Il chirurgo che mi opererà mi ha detto che solo dopo l’istologico, a massa rimossa, sarà possibile valutare se l’intervento è stato sufficiente o sarà necessario intervenire di nuovo. Mi scuso per il messaggio lungo e potenzialmente confusionario, ho davvero bisogno di aiuto. Da un lato vedo la mia salute fisica potenzialmente in pericolo per via degli ormoni e della crescita rapida del filloide borderline; dall’altro lato vedo compromessa la mia salute mentale. Onestamente non so cosa scegliere. Ho provato a rivolgermi al punto allattamento ma mi è stato solo detto che: non è certo che dostinex funzioni visto che l’allattamento è ben avviato; è difficile che il latte sparisca in tempi brevi (sono nel canale A1 per l’intervento, probabilmente mi chiameranno tra una settimana) e che dovranno lasciare il capezzolo scoperto per il drenaggio; la questione ormonale è rilevante per la mia salute, quindi a malincuore considerare l’interruzione; il bambino a 15 mesi capisce e cercare di spiegargli le cose sarebbe opportuno. Ho provato con ciuccio e biberon ma niente. Mi sento inadeguata in ogni caso, perché mi sento ripetere che è una questione di volontà mia e che basta impedirgli di attaccarsi. Da parte mia, vorrei invitare tutti quelli che finora mi hanno detto che “è facile” a gestire una nottata quadratica media di quelle che sto vivendo io e che arrivano a coronamento di un anno di lutti familiari, poco sonno, tanto lavoro e gestione da sola delle mille beghe. Vi ringrazio per il vostro parere e mi scuso per lo sfogo. Cordialmente.
Leo Venturelli
Leo Venturelli

Cara signora, prima di tutto non si deve scusare, ha fatto bene a parlare del suo grande dispiacere, della sua fatica quotidiana, non è risolutivo però può dare sollievo almeno per qualche minuto.  Veniamo alla sua storia: l’operazione chirurgica da affrontare proprio sulla mammella, le cure mediche, l’anestesia, le terapie ormonali sono passaggi obbligati che le garantiranno un futuro in buona salute, quindi deve guardare a questo iter, che pure sarà senza dubbio difficoltoso da affrontare, come qualcosa di positivo per lei, per il suo bambino, per la sua famigliola. Certo l’equilibrio emotivo legato all’allattamento al seno adesso funzionante e gratificante per lei e per suo figlio in qualche modo verrà sconvolto da quanto accadrà, ma purtroppo in casi come questo va valutato il rapporto rischi-benefici e di sicuro affrontare le cure è quanto di meglio lei possa fare nei giorni a venire. Mi sembra di capire dalla lettera l’estrema sofferenza e preoccupazione soprattutto per l’allattamento, ma consideri anche che i suoi giustificati e comprensibili tentativi di tenere insieme sia l’allattamento per il benessere del bambino sia le tappe verso l’intervento non possono che essere irti di ostacoli. In più, è inutile nascondersi che per loro caratteristica non possono essere destinati al successo, ma questo lei lo sa bene, vero? Spero possa esserle di conforto sapere che dal punto di vista nutrizionale, il suo piccino ha sicuramente la possibilità di essere alimentato in modo alternativo al seno, visto che a 15 mesi lo svezzamento è già stato ultimato. La scelta di smettere di allattare lo tutelerà dal pericolo di assumere attraverso il suo latte sostanze medicinali per lui tossiche quindi non c’è altra strada che questa. Il latte vaccino intero può essere dato in bicchiere con due cucchiaini di crema multicereali, oppure essere sostituito da uno yogurt e frutta. Rimane da risolvere il problema affettivo del contatto tra lei e il bambino ma in una logica di razionalizzazione del problema optare per un contatto fisico anche se non col seno è forse la via migliore. Significa che lei può togliere il seno al bambino sopperendo a questa mancanza con abbracci, carezze, coccole e baci. Sotto il profilo nutrizionale, a 15 mesi l’alimenatazione complementare iniziata con lo svezzamento potrà di certo assicurargli una crescita armoniosa. Mi tenga aggiornato se lo desidera, mi farebbe piacere. Cari saluti.

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