Il mio bambino di 19 mesi si chiama Kevin. da qualche settimana ha modificato il suo comportamento diventando un bambino molto capriccioso quando non lo era affatto. Alza le mani verso me e il cagnolino. Strilla a più non posso. Inizialmente lo faceva solo in casa poi ha cominciato anche fuori ma solo in posti chiusi come bar e supermercati. La cosa che mi preoccupa è che non riusciamo a fermarlo. Quando c’è il papà in casa è molto più tranquillo, lo ascolta quando lo rimprovera; con me, invece , è diverso, mi prende in giro. Qualche consiglio su come affrontare questi comportamenti? Grazie in anticipo.
Luisa Vaselli
Cara mamma,
da quanto mi scrive, sembra che i comportamenti di Kevin siano cambiati repentinamente.
Mi chiedo se ci sia stata una causa scatenante, di qualunque tipo: problemi di salute, litigi, perdite di familiari, trasloco, ritorno al lavoro della mamma, minore presenza del papà in casa.
La rabbia è un’emozione normale, anche se è più che comprensibile che i comportamenti aggressivi dei bambini possano spaventare. Quello però che non si dovrebbe mai dimenticare per non esserne troppo spiazzati è che i bambini sono soprattutto “azione”, movimento (e non riflessione e ragionamento). I bambini non riescono a dare un nome a ciò che provano, non riescono a pensare “sono arrabbiato” e questo impedisce anche di esercitare un controllo sui gesti aggressivi che preoccupano e disturbano i grandi. Sono i genitori che possono aiutarli a dare voce alle emozioni, guidandoli per focalizzarle. Quando il bambino si scaglia contro qualcosa oppure picchia o grida si può dirgli con tono fermo, ma gentile e affettuoso: “Vedo che sei arrabbiato” per poi aggiungere: “Ti abbraccio, ti passerà vedrai. ”
I capricci purtroppo fanno parte del quotidiano di un bambino, perché sono l’unico strumento di cui dispongono per esprimere rabbia o anche solo disappunto verso quanto non accettano o provoca in loro irritazione. Quando si porta un bambino a fare la spesa, bisognerebbe anche mettere in preventivo che il capriccio è in agguato, per stanchezza, sonno, fame, impazienza e quant’altro può provocargli disagio. Se ci si attarda in un bar, ci si può aspettare (senza stupirsene) che il bambino si annoi e protesti di conseguenza. Posto questo, ovvero pur capendo pienamente le ragioni del bambino e il suo sentire, è più che opportuno contenerlo, perché solo così lo si può educare, in senso profondo. Allo scopo, in qualsiasi luogo pubblico a fronte di un capriccio, si può provare a dirgli: “Andiamo a vedere cosa c’è di bello laggiù, vedrai che poi ti sentirai meglio” ; oppure “Dai prendi questo pezzetto di pane, e siediti comodo su questo carrello: la mamma finirà in fretta”. La strategia serve a distrarlo e, quindi, induce il sentimento negativo a sfumare gradualmente. In alternativa, o se i toni del capriccio non si smorzano, gli si può dire con tono triste “Non mi piace quello che stai facendo”, mentre è inopportuno, di più francamente sbagliato, dirgli “Sei cattivo” ovvero porre lui e non il suo comportamento al centro della critica. Se l’atteggiamento è assolutamente esagerato, si può anche ricorrere a un piccolo castigo che, se si è in casa, può consistere nell’accompagnare il bambino in un angolo della stanza per poi invitarlo a “non muoversi dall’angolino della rabbia”, dove andrebbe lasciato (se ci sta) per circa un minuto. Dopodiché lo si può abbracciare per “fare la pace”. Nell’angolino designato si può mettere una seggiolina, la seggiolina della rabbia, dove il bambino va messo in castigo seduto. Una buona idea è avere una clessidra che scandisca il minuto. Al bambino va spiegato che dovrà stare in castigo fino a quando la sabbia della clessidra non sarà tutta scesa….. In generale, bisogna sempre restare fermi nelle posizioni prese: se si dà una punizione va portata fino in fondo, quindi è consigliabile pensarci bene prima di infliggerne una. Occorre cioè valutare la propria capacità di resistere mentre i bambino affronta il castigo! Sempre in generale, è innegabile che la gestione di rabbia, ribellione e conseguenti capricci è faticosissima, ma vedrà cara mamma che con pazienza e attenzione riuscirà senz’altro ad aiutare il suo Kevin a diventare un bimbo amabile, nella più ampia accezione del termine. Spero di esserle stata d’aiuto. Mi scriva ancora se vuole. Con cordialità.
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