Sindrome da aspirazione di meconio e depressione respiratoria in un neonato: quali controlli?

Dottoressa Antonella Di Stefano A cura di Dottoressa Antonella Di Stefano Pubblicato il 11/03/2025 Aggiornato il 11/03/2025

Non esiste un pannello di controlli standard a cui sottoporre nel tempo un bambino che presentava importanti problemi alla nascita, perché tutto va pianificato in base al singolo caso.

Una domanda di: Stefania
Sono la mamma di un neonato di 5 mesi e mezzo nato da tc d'urgenza per bradicardia fetale e che alla nascita ha presentato una sindrome da aspirazione di meconio con ingente depressione respiratoria (APGAR 1\' (4), 5\' (7), 10\' (8) ) che ne ha causato il ricovero in TIN per 20 giorni. Alla dimissione il bambino si presenta in buone condizioni cliniche generali, e ad oggi sembra uniformarsi bene alle caratteristiche neurologiche tipiche della sue età. Tuttavia, vorrei una valutazione approfondita sulle sue condizioni neurologiche generali vista la grave asfissia subita. Saprebbe indicarmi il corretto iter da seguire (se potrebbe essere utile una visita neurochirurgica o dovrei dapprima affidarmi ad un neurologo). La ringrazio per la sua disponibilità. Cordialmente.

Antonella Di Stefano
Antonella Di Stefano

Carissima mamma,
quando un bambino alla nascita presenta una Sindrome da aspirazione da meconio e depressione respiratoria, di solito viene dimesso con dei follow up specifici inerenti o meglio dipendenti da ciò che di patologico è stato eventualmente riscontrato durante il ricovero in TIN. Solo se durante la degenza l’ecografia transfontanellare, a cui sarà sicuramente stato sottoposto, fosse risultata patologica, allora le sarebbero state consigliate altre ecografie cerebrali seriate nel tempo (fino a chiusura della fontanella anteriore) ed eventualmente una RMN encefalo, se il pediatra curante lo avesse ritienuto necessario. Oggi sono importanti i bilanci di salute del Pediatra di libera scelta che lo ha in carico, ma lei afferma che “le sue caratteristiche neurologiche sono uniformate bene all’età” e questo è un ottimo segno. In casi come quello del suo bambino non esiste un iter corretto da seguire standardizzato ma i controlli e gli eventuali interventi si devono uniformare al singolo caso. Se lei, per sua maggiore tranquillità, vuole un ulteriore parere dal punto di vista clinico può comunque consultare un neurologo pediatra o un neuropsichiatra infantile. Sempre a Sua disposizione, la saluto cordialmente.

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