Buonasera, la bimba di mia nipote di due mesi soffre di stitichezza. Viene > allattata al seno, anche se la mamma ha l\’ abitudine di tirarlo e metterlo > nel biberon. La bimba dopo due giorni che non scarica e\’ sofferente, > piange, piega le gambine e non riposa bene. La pediatra le ha consigliato di> mettere la mannite nel latte ma non sta risolvendo il problema, quindi si
> deve ricorrere alle perette. Attendo vs gradito riscontro
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Stefano Geraci
Cara signora, quella che descrive non è una condizione significativa dal punto di vista medico e non autorizza una diagnosi di stitichezza vera e propria, disturbo che si protrae nel tempo ed è caratterizzato dall’emissione di feci dure, difficili da espellere, che nel passaggio all’esterno causano fastidio o dolore. Premesso questo, è più che giusto fare in modo che la piccola si scarichi, per evitare che le feci si accumulino formando masse di dimensioni abbastanza importanti da rendere l’evacuazione impegnativa per la bambina. Le possibilità sono varie: se la mannite non si rivela risolutiva, si può sostituire con integratori a base di malto-destrine, che hanno un effetto sull’intestino equivalente, ossia favoriscono l’evacuazione. L’intervallo di tempo tra un’evacuazione e l’altra è meglio, comunque, che non superi le 48 ore, per evitare appunto un accumulo di feci. Quindi, ogni due giorni, se la bambina non si scarica, piange, è irritabile, ha il sonno disturbato può essere consigliabile ricorrere ai micro-clisteri per lattanti, a base di glicerina o di miele. Potrebbe anche essere d’aiuto che la mamma inserisse nella propria dieta alcune porzioni di frutta cotta, in
particolare prugne, per conferire al suo latte maggiori proprietà lassative. In generale, le crisi di pianto che possono caratterizzare i primi tre mesi di vita possono anche essere riconducibili alle cosiddetta coliche gassose, destinate a risolversi spontaneamente con il passare delle settimane. Con cordialità.
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