Quando ancora non sapevo di essere incinta io e mio marito abbiamo passato sui muri della camera da letto i Sali di Boro, un prodotto piuttosto famoso per risolvere i problemi di muffa. A 13 settimane ho perso la mia bimba per una malformazione. Possibile che sia stato il prodotto a provocare la malformazione? Nella confezione compare in effetti la dicitura “può nuocere al feto” ma cercando in rete si parla di danni solo in caso di ingestione. In previsione di una futura gravidanza sarebbe il caso di rimuovere quanto possibile dalla parete il prodotto?
Faustina Lalatta
Gentile signora, il quesito che lei pone è molto delicato e richiede la massima considerazione. L’elemento principale è la scoperta che l’embrione presentava una malformazione. Una scoperta precoce, già a 13 settimane, he uno o più organi non si erano sviluppati secondo lo schema fisiologico, cioè atteso. Questo evento è tutt’altro che raro e riguarda almeno un embrione ogni 20 e un neonato ogni 100. Non tutti gli embrioni con una o più malformazioni arrivano alla nascita. Inesorabilmente, in tutti i casi in cui sia stata visualizzata una malformazione con l’ecografia prenatale o alla nascita, si sente la necessità di trovare la causa. In questa ricerca molto spesso è la donna che identifica possibili eventi che potrebbero aver causato o collaborato al danno di un organo. È una reazione naturale, che la mamma per prima, ma anche il padre, cerchino di individuare cosa possa aver danneggiato il loro bambino. In realtà il processo malformativo è quasi sempre intrinseco, cioè avviene in modo spontaneo in risposta a una serie di fenomeni che originano dai tessuti in via di sviluppo. Molto raramente una malformazione può essere causata da un agente chimico o da un fattore ambientale. Fatta eccezione per alcuni (pochi) farmaci teratogeni o per particolari virus, non è scientificamente sostenibile che a danneggiare l’embrione possano essere sostanze con cui la madre entra in contatto. Vi sono due elementi fondamentali, a cui posso solo accennare in questa risposta. Il primo è rappresentato dalla funzione protettiva della barriera alveolare polmonare per le sostanze inalabili come i fumi o le polveri, affiancata dalla barriera cutanea o mucosa, cioè della bocca, per le sostanze con cui potrebbe venire in contatto la gestante. Il secondo è la barriera del sistema circolatorio placentare. In breve, non è ipotizzabile un danno fetale senza un’intossicazione materna e senza un danno placentare. Specificamente, per la sostanza che lei cita, i Sali di Boro, estremamente diffusi e utilizzati nell’industria e nelle abitazioni, non vi è alcuna evidenza di tossicità o capacità di dare malformazioni né per gli esseri umani che li utilizzano, né per l’embrione durante la gravidanza. Questo è un dato consolidato. Resta aperta la domanda: perché si è realizzata la malformazione, visto che non possono essere stati i Sali di Boro? Nell’ottica di un’eventuale prossima gravidanza, le suggerisco una visita di genetica per ricevere un inquadramento adeguato, le informazioni sulle altre possibili cause e, soprattutto, sulle probabilità che il problema si ripresenti. Cari saluti.
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