Sono una mamma di 32 anni ho 4 figli di cui tre con parto cesareo. L’ultimo nel 2017 e il penultimo nel 2010. Ma all’ultimo mi è stato detto che non avrei
più potuto avere figli poiché un’altra gravidanza mi avrebbe esposto al rischio di mortalità o di andare incontro a grosse complicazioni. Ora sono incinta, penso da 10 giorni
e ho bisogno di un vostro consiglio: devo interromperla o posso continuarla? Grazie.
Elisa Valmori
Salve cara signora, in realtà immagino che al suo terzo cesareo i medici le avessero detto che non avrebbe dovuto avere più figli, in quanto a “potere” evidentemente si può dato che è rimasta incinta nuovamente!
Guardi, in scienza e coscienza le posso dire che interrompere una gravidanza volontariamente per evitare i rischi di un quarto taglio cesareo mi sembra qualcosa di davvero sproporzionato.
Certamente ci sono dei rischi nel sottoporre l’utero per più volte a questo tipo di intervento in quanto l’incisione e la conseguente cicatrice sono localizzate bene o male sempre sulla stessa striscia di tessuto uterino e questo rende nel tempo possibili soprattutto tre tipi di complicanze.
1) Inserzione bassa della placenta, in corrispondenza proprio della breccia uterina, con rischio di placenta accreta ossia che si intrufola troppo in profondità nel muscolo uterino
2) diastasi della sutura, ossia assottigliamento del tessuto uterino in corrispondenza della cicatrice nel corso della gravidanza o in caso di iniziale attività contrattile uterina.
3) aderenze tra l’utero e gli altri organi pelvici (soprattutto vescica, intestino e ureteri).
Rispetto al primo rischio, è possibile monitorarlo attraverso controlli ecografici che vadano a studiare la localizzazione della placenta (il problema non si pone se la placenta è a localizzazione fundica o posteriore); quanto al secondo, direi che il modo migliore per evitare la diastasi della cicatrice uterina è quello di cercare di mantenere l’utero a riposo (anche se dubito fortemente che una mamma con quattro figli possa mettersi a riposo a meno che non venga ricoverata in ospedale) per esempio limitando fortemente gli sforzi fisici (ogni aiuto da chiunque venga è bene accetto!), i rapporti sessuali e a giudizio del Curante ginecologo utilizzando del progesterone sotto forma di ovuli vaginali per ottenere che l’utero non si contragga prematuramente.
Rispetto alle aderenze, direi che non sono così prevedibili ossia dipende da come rispondo i tessuti nel processo di cicatrizzazione.
Direi che l’avere avuto febbre in puerperio dopo uno dei precedenti tagli cesarei potrebbe essere un fattore di rischio di aderenze pelviche.
Infine, anche se il rischio di mortalità materna esiste pure nei nostri paesi occidentali, certamente non è paragonabile a quello dei paesi in via di sviluppo, motivo per cui si tratta “semplicemente” di scegliere l’ospedale in cui desidera partorire e vedrà che i professionisti che l’avranno in cura non mancheranno di fare al meglio la loro parte.
Spero di averla aiutata, resto a disposizione se desidera e nel frattempo le faccio le mie congratulazioni per la famiglia numerosa!
Cordialmente.
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