Salve dottoressa, sono incinta di circa 6 settimane. Ho già 3 figli, tutti nati con taglio cesareo e vivo a Zurigo. Al terzo cesareo avvenuto nel 2020 mi venne detto che fu un intervento molto complicato e di aver trovato molte aderenze. Volevo farmi chiudere le tube, ma ciò non fu possibile. Mi dissero che a causa delle troppe aderenze non fu possibile raggiungerle. Ora appunto aspetto il mio quarto bambino ed il mio ginecologo mi ha messo addosso un ansia ed una paura tremenda. Mi disse che il quarto cesareo sarà molto più complicato del terzo, e che a causa delle troppe aderenze questa volta io sia in pericolo di vita. Non so che fare.
Elisa Valmori
Salve cara signora, io temo che in pericolo di vita sia piuttosto il suo quarto figlio…e vorrei cercare di rassicurarla! Precisiamo che stiamo parlando di un intervento chirurgico effettuato in un Paese con un livello sanitario eccellente, dove la mortalità materna intrapartum è pressoché nulla: nei Paesi a sviluppo più avanzato infatti si verifica meno dell’1% dei casi di morti materne al mondo. Allego un link dell’Unicef (un po’ datato: è del 2014) che illustra le dimensioni del fenomeno: https://www.unicef.it/media/mortalita-materna-dati-statistici/ Certamente, dal punto di vista materno, ci sono dei rischi nel sottoporre l’utero per più volte ad un taglio cesareo in quanto l’incisione e la conseguente cicatrice sono localizzate bene o male sempre sulla stessa striscia di tessuto uterino e questo rende nel tempo possibili soprattutto tre tipi di complicanze. 1) Inserzione bassa della placenta, in corrispondenza proprio della breccia uterina, con rischio di placenta accreta ossia che si intrufola troppo in profondità nel muscolo uterino 2) Diastasi della sutura, ossia assottigliamento del tessuto uterino in corrispondenza della cicatrice nel corso della gravidanza o in caso di iniziale attività contrattile uterina. 3) Aderenze tra l’utero e gli altri organi pelvici (soprattutto vescica, intestino e ureteri). Rispetto al primo rischio, è possibile monitorarlo attraverso controlli ecografici che vadano a studiare la localizzazione della placenta (il problema non si pone se la placenta è a localizzazione fundica o posteriore); quanto al secondo, direi che il modo migliore per evitare la diastasi della cicatrice uterina è quello di cercare di mantenere l’utero a riposo (anche se dubito fortemente che una mamma con tre figli possa mettersi a riposo a meno che non venga ricoverata in ospedale) per esempio limitando fortemente gli sforzi fisici (ogni aiuto da chiunque venga è bene accetto!), i rapporti sessuali e a giudizio del Curante ginecologo utilizzando una integrazione di magnesio (per bocca) oppure di progesterone (sotto forma di ovuli vaginali) per ottenere che l’utero non si contragga prematuramente. Rispetto alle aderenze, già al suo terzo cesareo erano presenti aderenze, quindi presumo che saranno nuovamente presenti in sede intraoperatoria. Questo rende certamente l’intervento del cesareo più lungo e complesso, con potenziali rischi quali emorragia materna (dovrà di sicuro firmare il consenso alla trasfusione di sangue in via preliminare) ma anche di lesione degli organi limitrofi (vescica, ureteri, anse intestinali) ed in casi davvero limite, direi che possiamo contemplare la necessità di sacrificare l’utero per arrestare un’emorragia intraoperatoria. Certo, si tratta di un organo molto prezioso per noi donne ma rispetto a perdere la vita, si tratta semmai di concludere in anticipo la vita fertile… Rispetto alle affermazioni del suo ginecologo curante direi che se è stato lui ad operarla le altre tre volte, certamente sarà in grado di farlo anche in questa quarta occasione, a maggior ragione ora che ha una famiglia così numerosa alle spalle di cui non si può che essere orgogliosi. Spero di averla aiutata, resto a disposizione se desidera, cordialmente.
Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.