Salve,
ho un bimbo di 18 mesi che fa fatica ad accettare i no. Per farle un
esempio, lui adora le campane ma non si rassegna quando smettono di suonare, al punto
che è capace di piangere anche per 20 minuti… E così per ogni no. Come
possiamo insegnargli che esistono anche i no? Grazie
Gentile Signora,
è più che mai necessario, in questo periodo della vita di suo figlio, saper essere dei genitori autorevoli, capaci di porre dei limiti e di dare regole di comportamento che siano chiare e precise. Per una buona applicazione delle stesse, sarebbe bene seguire alcuni principi educativi. Anzitutto, le regole devono essere proporzionate all’età in quanto non si possono fare richieste esagerate che il bambino non sia in grado di assolvere. È importante la complicità tra i genitori che devono essere fermi, decisi e solidali tra di loro per non creare confusione nel bambino. Sono necessari anche la coerenza, ovvero una regola che vale oggi varrà anche domani, e l’uso di un linguaggio semplice, con un tono di voce basso, il sorriso e l’umorismo che facilitino la comunicazione.
È bene anche spiegare i perché di un no, dare il tempo al bambino d’interiorizzare le regole per prepararsi al cambiamento e mantenere la calma di fronte ad episodi di rabbia, pianti e capricci ma, soprattutto, non fare mai paragoni con altri bambini o peggio ancora ricorrere ai ricatti affettivi o alle punizioni corporali.
L’accettazione di una regola che si basi sulla paura, sul confronto o sull’umiliazione andrebbe a incrinare il suo percorso di crescita, creandogli solo insicurezze mentre gratificarlo ogni volta che rispetta le regole, non solo produce un rinforzo positivo ma aiuta il bambino a raggiungere l’autostima.
Imparate ad ascoltare ogni sua emozione e a porvi in empatia con vostro figlio perché una corretta educazione comincia dal cuore dei genitori.
È rilevante l’episodio delle campane. Il bambino potrebbe avere identificato nelle campane un proprio oggetto di conforto e aver trovato la giusta serenità nel loro suono. Da qui la paura, la tristezza e anche la rabbia quando smettono di suonare.
È in quel momento che i genitori devono saper cogliere i segnali lanciati dal bimbo e porre in essere un atteggiamento costruttivo con la loro presenza, il loro affetto e l’ausilio del gioco che, ricordiamo, ha una forte valenza educativa. L’ascolto, l’empatia e l’autorevolezza contribuiscono al benessere emotivo del bambino mentre la mancanza di regole porta al disorientamento, perché i nostri figli hanno bisogno di ricevere fin da piccoli le coordinate giuste che permettano loro di costruire poco a poco la propria identità e li facciano sentire guidati e sicuri.
BimbiSani&belli cercherà la risposta che desideri, consultando fonti autorevoli e attendibili.
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