Salve dottoressa.. le scrivo perche sono un po’ preoccupata
rispetto ad alcuni comportamenti di mio figlio di tre anni.. premetto che
è un bimbo che parla abbastanza bene e molto intelligente. Frequenta il primo anno della scuola materna ..le maestre dicono che si relaziona bene con i coetanei
e partecipa alle attività. Ma ha paura delle altezze ..non va sullo
scivolo e se lo fa è perché lo incoraggio tanto io e per scendere chiede la
mano altrimenti riscende dalle scale.. non sale sui gonfiabili a scivolo ma
rimane sotto a correre e giocare con le palline .. mi risulta un po’ strano
perche è un bimbo che corre tanto..ama giocare con palla e balla e imita tutti
i personaggi fantastici correndo e saltellando.. ma se gli chiedo di saltare
da uno scalino non lo fa scende normalmente… Perché? Sono un po’
in ansia. Spero in una sua risposta di chiarimento. Grazie mille.
Gentile signora, è fuori dubbio che il gioco si evolve in età pre-scolare con manifestazioni diverse in funzione delle fasi di sviluppo; se durante la prima infanzia è caratterizzato, fra le altre cose, dall’esplorazione tipica del mettersi in bocca i giocattoli, a tre anni diviene sempre più motorio. Potreste allora trovarlo a correre con la palla in giardino, oppure, intento ad arrampicarsi su di una scatola oppure ancora, coinvolto in giochi di finzione con personaggi fantastici … Ma c’è un’altra tipologia di attività ludica che stimola i bambini piccoli a provare determinati “stati di movimento”: i cosiddetti giochi ilinx (di vertigine). Ecco quindi che giochi all’aperto come il lancio da un’altalena, lo scivolone da un gonfiabile, la velocità di una moto-giocattolo, ma anche giochi più casalinghi come il salto di un semplice gradino del sottoscala… sono tutte azioni che riportano a una “componente adrenalinica” innata, ovvero la disposizione di ricerca del rischio o Sensation Seeking) studiata dai più (Zuckerman, 1979) quale elemento stabile dell’individuo. L’attrattività verso questi giochi “dinamici” può essere osservata già nei piccoli quando li si osserva strillare di gioia mentre li si butta in aria o li si vede urlare dalla contentezza mentre sono in sella a uno slittino sulla neve….
Ritengo quindi superfluo preoccuparsi se questa caratteristica di personalità non è riscontrabile nei comportamenti di gioco di suo figlio. Semmai, mi permetto di consigliare di continuare a supervisionare quelle attività di gioco cui il bambino partecipa volentieri insieme ai coetanei, dimostrando di saper comunicare con le sue emozioni e di saperlo guidare in modo accorto e consapevole.
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