Adolescenti, com’è difficile! (Ma passa…)

Dottoressa Luisa Vaselli A cura di Dottoressa Luisa Vaselli Pubblicato il 02/02/2018 Aggiornato il 01/08/2018

Durante l'adolescenza, i figli diventano sconosciuti che a volte assumono atteggiamenti non facili da accettare. Bisogna portare pazienza, nella certezza che tutto è destinato a risolversi.

Una domanda di: Sara
Sono in crisi con mio figlio di 14 anni. Confesso solo qui il mio pensiero. Lo vedo troppo superficiale. È vero che da adolescenti è tutto più difficile, ma così… Molto carino, piace da sempre alle ragazzine. Lui le prende e le lascia senza problemi, anche via cellulare, senza preoccuparsene. Un giorno dice “ti amo” a una, il giorno dopo anche a un’altra, come fosse la cosa più normale del mondo. Attento al vestirsi, alla forma fisica, ai beni di lusso che agogna, è sempre concentrato solo su se stesso… A questa età, è ancora possibile che cambi? Come faccio a fargli capire, per esempio, che quella ragazzina che gli sta mandando tanti messaggi disperati sta veramente soffrendo? Non so proprio come fare. Scusate lo sfogo.
Luisa Vaselli
Luisa Vaselli

Cara mamma,
un adolescente è un piccolo extra terrestre. Quando attraversano questo periodo della vita, i nostri figli diventano sconosciuti. Anche se esternamente non traspare, in questa fase ragazzi e ragazze sono alla ricerca di quello che sono, della loro identità e questo spiega perché sono così concentrati su se stessi, spesso al punto da apparire insensibili e sordi in relazione ai sentimenti altrui.
Va poi detto, che in questa nostra società dove quello che più conta è l'”apparire” non stupisce che un adolescente sia interessato soprattutto all’immagine, a quello che “si vede”. In particolare, a quello che vede il gruppo dei pari, da cui l’adolescente cerca di essere accettato, costi quel che costi, e non di rado la possibilità di essere accolto nel gruppo è condizionata da quello che si indossa. Ma c’è di più: in questo nostro secolo caratterizzato dalle applicazioni “sociali”, paradossalmente i ragazzi sono spesso terribilmente soli, perché anche tra coetanei i legami tendono a essere fragili proprio per via della mediazione del cellulare, che rappresenta sia uno scudo sia un’arma d’attacco. Si sa infatti che attraverso uno schermo, gli adolescenti riescono a dire (o a fare) cose che nella vita reale non oserebbero né dire né fare. Del resto è più facile offendere, ferire, far soffrire usando una macchina che viso a viso. Al riguardo, in passato ci sono stati studi che hanno evidenziato quanto sia più facile infliggere punizioni a qualcuno che non si ha davanti agli occhi. Aggiungo che per un adolescente o è tutto bianco o tutto nero, non esistono sfumature, e le passioni tipiche di questa età possono essere forti e intense, ma allo stesso tempo di brevissima durata. So cosa prova: ha l’impressione che’educazione che suo figlio ha ricevuto non abbia lasciato in lui alcuna traccia, ma non è vero. Di solito gli atteggiamenti respingenti, o provocatori o francamente inaccettabili vengono riservati alla famiglia, ma non assunti con gli altri, a dimostrazione del fatto che quanto insegnato – la distinzione tra il Bene e il Male soprattutto – non è andato perduto. Cara mamma, lei dice che il suo ragazzino è superficiale, ma non lo siamo stati anche noi? La maggior parte degli adulti a questa domanda risponde di sì. Anche noi, per farci accettare dovevamo indossare una “divisa”, che variava in base al gruppo di appartenenza: i paninari e gli sfattoni, tanto per citarne due del passato di cui i più si ricordano. E chi era nel gruppo dei “firmati” doveva giocoforza indossare capi griffati per poterci rimanere senza essere discriminato e allontanato. Credo, cara signora, che tutto si aggiusterà col tempo, ma intanto lei può ricorrere a un’arma potentissima: il dialogo. Parli a suo figlio in modo pacato, senza muovere accuse né rimproveri, solo per ricordagli alcuni fondamenti della vita di relazione. Può dirgli, per esempio, a proposito delle ragazzine che lascia: “Capisco che tu non sia più innamorato, sei giovane ed è giusto che tu ti diverta, ma se hai deciso di chiudere con lei, prova a farlo di persona, perché con un sms non è gentile e potrebbe renderla ancora più triste”. Si può poi aggiungere: “Ti sarebbe piaciuto se fosse accaduto a te? Come ti saresti sentito? Il mio è solo un consiglio, poi agisci come ti sembra più giusto”. Permettiamo, cioè, ai figli di esercitare la facoltà di scegliere, dopo averli aiutati a vedere “come sarebbe meglio agire”, anche alla luce del fatto che durante l’adolescenza è difficile farsi ascoltare, anzi si rischia di ottenere il contrario di quello che si vorrebbe esercitando troppa pressione. Tornando alla questione dell’immagine che tanto a cuore sta a suo figlio, non abbia paura, a mano a mano che crescerà e acquisirà sicurezza in altri ambiti non le attribuirà più tutta questa importanza. Per favorire il processo, lo lodi ogni volta che prende un bel voto, che contribuisce a un buon risultato di squadra nello sport, che si impegna per aiutare qualcuno. Il messaggio da trasmettere è: non sei solo bello, ma anche intelligente e generoso e simpatico ed è poi questo che conta più di tutto. Nonostante gli atteggiamenti spavaldi, gli adolescenti hanno ancora bisogno di mamma e papà, ma mamma e papà per aiutarli devono muoversi in punta di piedi. Per finire, non dimentichi che spesso dietro a certe intemperanze c’è la sofferenza legata alla fatica di diventare grandi, non sempre facile da individuare con esattezza dall’esterno, anche se si è genitori attenti e sensibili. Affronti dunque con pazienza e serenità questa tappa della vita di suo figlio, nella certezza che dietro la scorza, a volte spiazzante, che mostra ora c’è il figlio che lei ha cresciuto. Mi scriva ancora, se lo desidera. Con cordialità.

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