Sono incinta di 18 settimane e mi è stata riscontrata la placenta bassa da un paio di settimane. Il mio dubbio è se andare o meno in vacanza in settembre in Sardegna (dovrei fare circa 1 ora e 20 di viaggio in aereo più circa 3 di auto per raggiungere aeroporto e poi il resort) quando sarò tra la 25esima e 26esima settimana di gravidanza. Io starei in resort senza fare particolari escursioni e fatiche. Dovrei decidere in breve tempo per saldare la vacanza un mese prima. Il ginecologo che mi segue ha detto di non preoccuparmi e che nel caso di perdite posso andare nell’ospedale con ps ostetrico a 40 km dal villaggio ma un’altra ginecologa da cui sono andata (avevo leggere perdite gialle e sono in cura per vaginosi) perché il mio è in ferie mi ha maggiormente allarmato dicendomi che eviterebbe la vacanza e anche niente rapporti, niente pesi, niente sforzi, niente spingere per andare di corpo. Sono agli opposti e per la vacanza non so proprio che fare! Lei cosa pensa?
Cristina Maggioni
Cara signora, premetto che a 18 settimane è presto per fare diagnosi di placenta previa perché nelle settmane avenire, con l’aumento del volume dell’utero la placenta potrebbe risalire verso l’alto allontanandosi dall’orifizio uterino interno. Per poter partorire naturalmente occorre che la distanza minima sia di 25 millimetri. Posto questo io non so nulla della sua situazione generale, sul suo aumento di peso, sui sui valori della pressione del sangue, mentre mi riferisce della vaginosa batterica che in gravidanza è una condizione di rischio. Quello che mi lascia perplessa non è il tragitto aereo, ma i 40 chilometri che dividono il villaggio vacanza dal pronto soccorso ostetrico: in caso di emergenza questa distanza è davvero molta e può rappresentare un pericolo. Per quanto mi riguarda e in base alle poche informazioni che ho, sarei più propensa a pensarla come la collega che ritiene questa vacanza un’imprudenza da evitare. Oltretutto lei deve prenotare ora senza sapere cosa accadrà nelle prossime settimane e come sarà la situazione al momento del viaggio e questo e un altro punto interrogativo da valutare. Ripeto mi esprimo da remoto, attraverso uno schermo, chiaramente l’ultima parola spetta a un ginecologo in carne e ossa che se la senta di prendersi la responsabilità di autorizzare il viaggio oggi, quando mancano varie settimane alla partenza. Nel frattempo, le raccomando di continuare la cura contro la vaginosi batterica, anche prestando estrema attenzione all’igiene intimae di favorre l’equilibrio del microbiota vaginale attraverso un’alimentazione corretta e l’eventuale assunzione, su parere medico, di probiotici. Cordialmente.
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